IN AN E’ TEMPO DI BOCCHINO
LARGO AL NUOVO MAESTRO DI PENSIERO, TALE BOCCHINO ITALO, VATE DI FINI : “LA NOSTRA IDENTITA’ E’ VINCERE” E “CHI NON CAMBIA E’ FUORI DALLA STORIA” IL SUO MOTTO… “NON POSSIAMO ESSERE FIGLI DI UN DIO MINORE” E “GUARDIAMO I RISULTATI” I SUOI TESTI FILOSOFICI….
Bocchino chi? In effetti chi sia questo comico che irrompe nei nostri teleschermi quasi ogni sera, per fare da ripetitore TV alle decisioni altrui, non ci è noto. Qualche volta si incasina nel discorso, altre volte ceffa di brutto e viene ripreso pure da Silvio, come il portatore di handicap in classe a cui in fondo si perdona tutto.
Dovete sapere che ai tempi del Msi, spesso volava diciamo qualche “spintone” tra componenti delle correnti contrapposte, essendo notoriamente un partito che amava il dibattito politico, un partito vivo e non ancora anestetizzato per interesse. Ebbene, sono convinto che se tale Bocchino Italo si fosse presentato in federazione per sorbettarci le sue patetiche riflessioni, tutte le componenti di allora, all’unisono, sarebbero state d’accordo per fargli fare le scale a calci nel culo.
Beh, adesso dobbiamo ammetterlo: avremmo fatto un errore storico. Ci saremmo privati di un leader incommensurabile, di un filosofo non a caso depositario della verità finiana che nessuno come lui riesce a sintetizzare e a propagandare come gocce di essenza di vita.
Che pontifichi dal Parlamento, come vicecapogruppo del Pdl ( poveretti i parlamentari…sono proprio ridotti male) o che riceva le telecamere in camicia casual a casa, le sue “massime” piombano sul povero telespettatore come una mazzata sulla spalla già dolorante… e il Voltaren nulla può poi per alleviarne le conseguenze.
Purtroppo egli non si fa preannunciare dalla sigla dell’eurovisione, compare all’improvviso, qualche volta magari ritarda in attesa della velina che non gli hanno ancora recapitato e non riuscite a sfuggirgli.
Ma il meglio di sè, ammettiamolo, lo dà quando rilascia interviste alla stampa, quando approfondisce temi politici e culturali, quando si lancia nel campo filosofico e storico. Si sente che ha un Maestro alle spalle, anzi magari pure due, anche se la Gelmini inorridirebbe alla notizia.
E’ di ieri una sua dotta intervista rilasciata a “il Giornale”, dove spiega e catechizza da vero “maestro di pensiero” i giovani che hanno mal digerito le affermazioni sulla “destra che deve essere antifascista” del Presidente della Camera caritatis, Gianfri Fini.
Intanto ci svela finalmente i suoi referenti culturali, i suoi avi filosofici che lo hanno reso così: chi pensa a Gentile o Evola, chi a Guenon o Sorel, chi a D’Annunzio o a Brasillach, chi a Drieu o a Prezzolini, chi a Malaparte o a Marinetti, chi alla Nouvelle Droite o a Spengler… no nulla di tutto questo.
Lui ricorda un aneddoto. Un giovane di Destra si avvicina tanti anni fa in un paese pugliese a Pinuccio Tatarella e gli pone la domanda ” Ci devi dire qual è la nostra identità “. E Tatarella risponde “La nostra identità è vincere”.
Fulminato sulla via di Damasco, il Bocchino di Tatarella ricorda questa profonda analisi filosofica, la fa sua e ad essa impronta la sua militanza politica. Alle critiche indirizzate al suo secondo maestro di pensiero, il Gianfri nazionale”, da vasti settori dei giovani ( e non solo) di An, il Bocchino risponde sprezzante: “Sono le idee di Tatarella, idee normali per una destra, non ci può essere alcun legame con retaggi storici superati, non “possiamo” sempre essere figli di un Dio minore”. Certo, il problema è in effetti scegliere tra essere figli di qualcuno o di nessuno, ha ragione il Bocchino, escludendo per ora la terza tragica ipotesi di essere figli di qualcun altra, ovvio, anche se talvolta il dubbio ce la fanno venire.
Il Fini che presentò la mozione congressuale ” Il Msi, il fascismo del 2000″ chi era allora? – si chiede qualcuno. Chiarisce il Bocchino ” Ma santa pazienza, se non si cambia si diventa dinosauri, chi non cambia è fuori dalla storia, io da Fiuggi sono cambiato moltissimo …” .
Accidenti ragazzi, è cambiato persino il vate di Fini, e non volate cambiare voi? Volete essere fuori dalla storia?
A parte che il Bocchino non mi risulta abbia scritto testi di storia, forse qualche pagina di cronaca locale, ma la sua indicazione è “L’importante è vincere, del resto che ce ne frega ( ce ne fregammo un dì della buoncostume… potrebbe sintetizzare il concetto in tono nostalgico).
Alla fine dell’intervista il Bocchino dà fondo alle sue radici e dice ” Contano i risultati: si è preso un partito al 3,9% e lo si portato al 12% e ci siamo alleati con una forza con cui ora siamo al 40%” .
Che grande il Bocchino in crisi permanente di amnesia …
Forse dimentica che già il Msi, in quanto tale, arrivò a Roma e Napoli a un soffio dal successo col 49% di Fini e della Mussolini e che successivamente An, grazie all’appoggio di Berlusconi, arrivò anche al 15%, per poi scendere inesorabilmente fino all’11% e al realistico 8% che avrebbe preso alle ultime elezioni, se non si fosse camuffato nel PdL….
Che grande gestione, dimezzare i voti in pochi anni, con un errore dietro l’altro.
E che coerenza, ricordate il Fini di fine anno scorso ” Mai più con Berlusconi ! Io non sono una pecora, ho una dignità “?… e due mesi dopo entra di corsa, col piattino in mano, nel PdL.
Comunque il Bocchino precisa che lui non si ritiene un colonnello, semmai un maggiore: forse si riferiva a quello, quando parlava di non sentirsi figlio di un Dio minore, boh… si sentirà figlio di un Dio maggiore forse, o di un Maggiore mah …
Con tutti questi figli in giro, l’unica speranza è di non finire nelle inchieste della buoncostume…
Salutate il vate quando lo vedete…
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