IN BILICO LA CORSA DELLA SANTANCHE’ ALLA VICEPRESIDENZA DELLA CAMERA
“NON E’ LA BATTAGLIA DELLA MIA VITA”… MA NEL PDL LE COLOMBE SONO PRONTE A IMPALLINARE L’ESPONENTE PIU’ IN VISTA DEI FALCHI
Al netto degli spifferi di parte e delle dichiarazioni ufficiali, la corsa di Daniela Santanchè verso la vicepresidenza della Camera lasciata vacante dal collega di partito Maurizio Lupi, emigrato al governo coi galloni di ministro dei Trasporti, rischia di saltare.
E di trasformarsi nell’ennesima disfida incrociata all’interno del Pdl.
E, in parte anche dentro il Pd. Il tutto a colpi di voti segreti.
I rumors che arrivano dal gruppo parlamentare guidato da Renato Brunetta hanno ormai raggiunto anche il Pd. Tanto che dei possibili franchi tiratori, che sarebbero pronti a impallinare la Santanchè nel segreto dell’urna, ne parlano apertamente tutti.
«Che alla Santanchè possano mancare i voti del suo stesso partito ormai tutti lo sanno», mormora il capogruppo di Sel Gennaro Migliore.
Ed è lo stesso identico adagio che uno dei vicepresidenti dell’Aula di Montecitorio, il Pd Roberto Giachetti, ha sussurrato a orecchie amiche anche ieri: «Alla Santanchè dovrebbero mancare molti voti dello stesso Pdl, a quanto sento…».
LA PASIONARIA PRESA DI MIRA
Le tensioni interne al fronte berlusconiano, che si sono acuite dopo l’apertura ufficiale del cantiere della nuova Forza Italia, potrebbero scatenarsi proprio contro la pasionaria del berlusconismo.
La stessa che ieri pomeriggio (domenica 30 giugno, ndr), in diretta televisiva, s’è scherzosamente chiamata fuori dalla contesa tra falchi e colombe autoproclamandosi – in omaggio a un vecchio ritratto che le aveva dedicato Il Foglio – «la pitonessa».
L’ora X, a meno che non si cerchi di imboccare tutti insieme la strada che porta all’ennesimo rinvio, è fissata per oggi.
LA CONTA DEI VOTI
E, per la corsa della Santanchè, il responso parziale del pallottoliere è impietoso.
Senza il voto compatto dei 93 compagni di partito, dei venti leghisti e di un qualche soccorso preso qua e là tra Pd e Scelta Civica, la partita si fa complicata. Molto complicata.
Anche perchè, dall’opposizione, un blocco improvvisato tra Sel e Cinquestelle potrebbe imporre un nuovo nome.
«Noi di sicuro non diamo una mano alla Santanchè», spiega il vendoliano Migliore. «E soprattutto ricordiamo a Pdl e Pd che le vicepresidenze sono sempre state divise a metà tra maggioranza e opposizione».
È qualcosa di più di un messaggio ai naviganti. Anche perchè il capogruppo di Sel ricorda che «quando venne eletto Lupi ancora non c’era questo governo. Quindi, sarebbe una situazione da sanare, altro che Santanchè…».
LITIGI NEL PD
A complicare ulteriormente la faccenda ci si mette una divisione in casa Pd. Pippo Civati e Francesco Laforgia lanciano il sasso nello stagno e lasciano intendere il loro voto contrario alla Santanchè.
«Non si può fare una questione di maggioranza o opposizione. Nè possiamo dimenticare che la Santanchè non mi sembra un gran candidato unitario. Era lei l’altro giorno a rilasciare le solite dichiarazioni che sappiamo al tribunale di Milano, no?», rincara la voce il renziano Giachetti. Una tesi, però, a cui si oppongono i fedelissimi di Dario Franceschini.
«Non possiamo essere noi a decidere chi va in un posto che spetta al Pdl», scandisce Antonello Giacomelli. Che motiva la sua posizione con una domanda retorica: «Come avremmo reagito noi se la volta passata i berlusconiani avessero messo un veto sulla Bindi?».
Alla pessima aria che tira, si accompagnano voci sulle ambizioni verso quella poltrona di altri pidiellini, come Antonio Leone e Stefania Prestigiacomo. Ma sono soltanto voci.
Quest’ultima, però, non solo si chiama fuori.
Ma arriva addirittura a minacciare «un problema serio» per la tenuta della maggioranza qualora il Pd non riesca a gestire «i propri interessi di bottega».
Difficile però che, di fronte a una candidatura considerata «divisiva» come quella della Santanchè, il Partito democratico si spinga più in là dell’indicazione di votare scheda bianca.
Più facile che si punti a un rinvio della votazione. Altrimenti, tanti o pochi che siano, domani tornerà a scoccare l’ora dei franchi tiratori. Con effetti collaterali tutti da valutare.
Tommaso Labate
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