IN RICORDO DEI MISSINI PROLETARI
QUANDO LA DESTRA INTERPRETAVA LE ISTANZE POPOLARI E NON I PICCOLI EGOISMI
Con Anna, “madre coraggio” , se ne va un pezzo della vita di tanti di noi, giovani missini “proletari”, che hanno vissuto un periodo della storia d’Italia fatta di amore e di odio, di coraggio e di discriminazione.
Fa sorridere quando oggi un cialtrone parla di giornalisti asserviti al potere pensando che a quei tempi, di fronte al rogo di Primavalle, molta stampa parlò persino di “regolamento di conti” tra fascisti come origine della tragedia.
Erano i tempi in cui Almirante lo potevi ascoltare in Tv solo alle tribune politiche una volta l’anno, ai Tg era vietato parlarne.
Qualcuno allora passava le giornate a cazzeggiare ai giardini di Piazza Martinez, non avendo ancora scoperto la vena “comico-rivoluzionaria”.
Qualcun altro avrebbe finanziato di lì a poco la scissione di Democrazia nazionale con 100 milioni e in seguito avrebbe basato la sua discesa in campo con la necessità di opporsi al pericolo comunista, ma quando questo era reale aveva preferito dedicarsi a fare soldi e ad assumere stallieri.
Entrambi raccolgono ancor oggi consensi dai guardiani destrorsi di una rivoluzione mai fatta.
Quanti pasdaran del giorno dopo, quanti fighetti abbronzati che non hanno mai messo piede in una scalcinata sezione missina verranno poi a darci lezioni di liberismo.
Sono quelli che, caduto il comunismo, sono finalmente usciti di casa dopo aver fatto lucidare l’argenteria dalla servitù, intonando consunti slogan di lotta alla casta politica e sgangherati inni sulle melodie di Castrocaro.
Virgilio e Stefano sono stati l’emblema di una destra popolare, sociale , di servizio alla comunità , orgogliosi di una scelta di vita che li ha portati alla morte.
Il loro sacrificio allora ci rese ancora più forti: imparammo ad odiare, unico antidoto per sopravvivere.
Forse proprio per questo abbiamo nel tempo compreso prima di altri il valore della tolleranza, del rispetto e del confronto, perchè una comunità nazionale non può vivere sull’odio, ma nel perseguire il bene comune .
Perchè altre generazioni non passassero quello che abbiamo vissuto noi.
Abbiamo imparato che nella vita bisogna saper interpretare i momenti e diffidare da chi recita fuori tempo vecchi consunti copioni.
La lotta anticasta non deve venire a insegnarcela nessuno, così come non abbiamo bisogno di venditori di confezioni di anticomunismo scadute.
Oggi Anna potrà ricongiungersi a Virgilio e Stefano e stringerli a sè.
Abbracciali forte anche per noi.
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