IN TURCHIA VINCE IL SI’ DEL TAROCCO: APPENA IL 51% DI SI’ CON IL 37% DI SCHEDE CONTESTATE
CAMBIATE LE REGOLE IN CORSA: VALEVANO ANCHE LE SCHEDE SENZA TIMBRO CERTIFICATO, UNA FARSA
Un paese spaccato a metà . Un potere unico, invece, granitico, nelle mani di Recep Tayyip Erdogan.
Questo il responso delle urne, con 55 milioni di turchi chiamati a decidere se modificare in senso presidenzialista la Carta Costituzionale.
Con un’alta affluenza, attorno all’84%, il 51,2% ha votato Sì (24,3 milioni di schede), il 48,8% ha votato No (23,1 milioni).
Erdogan ha telefonato al primo ministro e al leader del partito nazionalista congratulandosi per quello che considera un “risultato chiaro”.
L’opposizione contesta invece la legittimità del voto, perchè denuncia un cambio in corsa delle regole: diversamente dal passato, è stato deciso di accettare come valide le schede elettorale senza timbro ufficiale, a meno di provare l’esistenza di una frode
Lo strappo politico del Sultano è riuscito, ma ha lacerato ulteriormente la Turchia. Hanno detto No le grandi città , hanno detto No le aree curde del Paese.
Erdogan, al potere dal 2003, potrebbe restare in sella ad Ankara per altri due mandati, fino al 2029 — addirittura fino al 2034 in caso di scioglimento anticipato del governo. Nelle sue mani i “super-poteri” del presidentissimo che esce dalla nuova Costituzione: abolito il primo ministro, Erdogan nominerà il Governo, il Parlamento non potrà sfiduciarlo — ma resta previsto l’impeachment – potrà nominare un terzo dei magistrati del Consiglio superiore, potrà tornare alla guida del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp).
Quella che già molti chiamano “Erdoganistan” è una Turchia che vive il periodo più difficile della sua storia recente.
In stato d’emergenza continuo dopo il golpe militare fallito, per cui vengono accusati e perseguitati i sostenitori di Fethullah Gà¼len, predicatore e politologo turco in esilio in Usa, che ha sempre negato ogni coinvolgimento; colpita duramente dagli attentati del terrorismo internazionale e dalla resistenza curda; afflitta da una situazione economica che è ben lontana dai fasti di pochi anni fa.
Per Erdogan il Sì è la svolta che serve, un esecutivo forte che può promuovere lo sviluppo economico e combattere il terrorismo. Uno dei primi atti annunciati sarà l’introduzione della pena di morte, l’ennesimo passo che allontanerà la Turchia dall’Europa.
OPPOSIZIONE METTE IN DUBBIO IL VOTO
Il Consiglio elettorale supremo turco (Ysk) ha annunciato nel corso della votazione che anche le schede votate senza timbro ufficiale vengono conteggiate, a meno che non venga provato un loro impiego fraudolento.
La decisione, si precisa, è giunta dopo che diversi votanti hanno segnalato che erano state consegnate loro schede senza timbro. In passato, queste venivano considerate nulle. “Il Consiglio elettorale supremo ha cambiato le regole del voto.
Questo significa permettere brogli”, creando “un serio problema di legittimità ” ha detto il vice-leader del principale partito di opposizione (Chp) in Turchia, Bulent Tezcan, che chiederà il riconteggio del 37% delle schede.
3 MORTI, DIVERSI ARRESTI E PORTE CHIUSE AGLI OSSERVATORI.
Non sono mancati episodi di tensione durante la giornata di votazioni. Tre persone sono morte in seguito a uno scontro a fuoco avvenuto nel cortile di una scuola dove ha sede un seggio elettorale nella provincia sudorientale di Diyarbakir, in Turchia.
Ad aprire il fuoco, scrivono i media locali, è stato il figlio del capo villaggio di Yabanardi, Mehmet Yildiz, arrestato dopo l’incidente insieme al fratello Tahir. La sparatoria avrebbe avuto origine da uno scambio di opinioni contrastanti riguardo alla politica.
La polizia turca ha arrestato almeno 8 persone ricercate quando si sono recate ai seggi a votare. Secondo Anadolu, si tratta di 5 sospetti ricercati per legami con il Pkk curdo e altri 3 affiliati alla presunta rete golpista di Fethullah Galen. Gli arresti sono avvenuti nelle province di Adana, Malatya e Trebisonda.
Le forze di sicurezza turche hanno inoltre impedito l’ingresso in alcuni seggi a Batman, nel sud-est del Paese a maggioranza curda, a una delegazione di 3 italiani, giunti come osservatori indipendenti insieme al partito curdo Hdp per il referendum di oggi sul presidenzialismo. Lo riferiscono all’ANSA fonti locali. In base alle prime informazioni, non avrebbero avuto i permessi richiesti dalle autorità . I 3 non sono in stato di fermo.
COSA HA VOTATO IL POPOLO TURCO.
Tra i 18 emendamenti sottoposti al referendum, uno dei più significativi è l’abolizione della figura del primo ministro: sarà il presidente stesso, supportato da una serie di vice presidenti, a nominare il governo. Il Parlamento non supervisionerà più i ministri perchè non avrà più il potere di avviare una mozione di sfiducia. Il presidente, inoltre, non dovrà più essere neutrale, ma potrà mantenere un’affiliazione al suo partito politico, cosa che attualmente non può fare. Il numero dei membri del Parlamento salirà da 550 a 600; l’età minima verrà abbassata a 18anni. Saranno abolite le corti militari, e il presidente potrà nominare 4 su 13 giudici del Consiglio superiore della magistratura. Come controbilanciamento, la riforma prevede che il presidente possa essere messo in stato d’accusa (impeachment) dal Parlamento (al momento, invece, può essere perseguito solo dal potere legislativo in caso di tradimento).
(da “Huffingtonpost”)
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