IN VENETO LA LEGA APRE GIA’ I CENTRI DI ESPULSIONE PER GLI UOMINI DEL PDL: EPURATOR ZAIA AL LAVORO
IL MINISTRO PREPARA LE PURGHE CONTRI GLI AZZURRI CHE NON SI ALLINEANO AL NUOVO CORSO PADANO… PRONTA LA BLACK LIST DEGLI EPURATI…IL PDL INSORGE E PARLA DI “LOGICA DI INTIMIDAZIONE”…. SOLO I SERVI SARANNO AMMESSI A CORTE DELLA PADAGNA DEL MAGNA MAGNA
E’ arrivato a cavallo (con tutte le marchette fatte al mondo dell’ippica, era il minimo ci si potesse aspettare), insieme a una forma di parmigiano reggiano (comprate dal ministero in quantità , per aumentare i consensi leghisti in Emilia).
Ora che il damerino Zaia è ufficialmente “candidato con piscina” a governatore del Veneto, ha pensato bene di iniziare la campagna elettorale non contro i suoi avversari, ma guardando al fronte interno.
Una dettagliata “black list” dei pidiellini cattivi è stata stilata con cura, dedicata a coloro che sono rimasti fedeli a Galan e ai quali Zaia ha dedicato la frase: “dovranno pagare il conto, pagheranno dazio dopo la fine”.
Meno male che il ministro leghista sarebbe stato il moderato, il “volto umano della Lega”.
Dategli un pizzico di potere e le truppe fameliche padane scatenano i sensi. Nella lista dei futuri deportati ai maroniani Centri di identificazione ed espulsione risultano esserci Lia Sartori, europarlamentare Pdl, vicina a Galan, il veronese Tiziano Zigiotto, Renato Chisso, uomo delle infrastrutture e amico anche del sindaco di Verona Tosi, Elena Donezzan assessore uscente al Lavoro e alla Istruzione.
Ma siamo soli agli inizi.
Le parole di Zaia hanno suscitato persino una reazione ufficiale del coordinatore regionale del Pdl veneto, Alberto Giorgetti: “Ritengo inammissibile che il candidato alla presidenza della Regione Veneto appoggiato da Pdl e Lega, possa minacciare sanzioni politiche o di altra natura a chi manifesta sostegno al presidente in carica”.
Giorgetti rincara poi la dose: “la logica dell’intimidazione politica non appartiene al centrodestra”.
Peccato che il vertice del Pdl se ne sia accorto solo ora del prezzo che pagherà per la decisione del premier di “svendere” il Veneto alla Lega, per avere l’appoggio di Bossi nell’evitare i suoi processi personali a Milano. Operazione a cui inizialmente si era opposto Galan, salvo poi tradire anche lui i veneti per un posto da ministro a Roma.
Mentre la base e l’elettorato del Pdl locale medita di starsene a casa (già Zaia nei sondaggi perde secco un 6% dalla somma dei due partiti Pdl-Lega), in base al ragionamento ineccepibile : l’accordo era che chi avrebbe preso più voti alle europee avrebbe avuto il candidato governatore.
Ne prese più il Pdl della Lega, quindi non aveva senso cedere il posto alla Lega.
Chi ci ha venduti a Zaia, ora se lo voti lui, noi stiamo a casa, il succo del ragionamento azzurro.
In Veneto il Pd ha trovato un’ottima candidatura in Giuseppe Bertolussi, presidente della Cgia di Mestre (di area centrista) e l’Udc si presenta da solo con De Poli (altro candidato quotato) che si è alleato con l’Unione Nord Est di Comencini e Foggiato che pesca voti nell’area leghista.
Alla fine Zaia la spunterà e così Venezia potrà avere anche le Olimpiadi, come il ministro va promettendo in giro, tanto di palle in campagna elettorale se ne sentono tante.
Più che il villaggio olimpico al massimo i veneti vedranno sorgere un centro di esplulsione per i pidiellini che non escono di casa con la camicia verde.
Cosa volete sia questo sacrificio…
Possono sempre stare nascosti in casa in nome di un “legittimo impedimento”.
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