INCHIESTA FONDI LEGA: SPUNTA UNA FIDUCIARIA PANAMENSE IN SVIZZERA
ROGATORIA PER RICOSTRUIRE I FLUSSI DEL DENARO E CHIARIRE LA DESTINAZIONE FINALE
Uno degli obiettivi è chiarire il passaggio dall’Italia alla Svizzera di parte degli 800 mila euro incassati dalla vendita gonfiata dell’immobile di Cormano, nel Milanese, per la Lombardia film commission.
In particolare, sotto la lente c’è la transizione su una fiduciaria panamense basata nel Paese elvetico: è questo uno dei punti che le indagini della Procura e della Guardia di finanza di Milano vogliono definire nell’inchiesta sui fondi della Lega in relazione alla “destinazione finale” di parte della provvista (pare quasi 300mila euro) creata con la presunta operazione immobiliare illecita.
La rogatoria
I magistrati hanno avviato una rogatoria in Svizzera per seguire i flussi del denaro. Le indagini hanno portato due giorni fa agli arresti domiciliari di tre commercialisti vicini alla Lega: Alberto Di Rubba, direttore amministrativo del gruppo Lega al Senato ed ex presidente della Lfc; Andrea Manzoni, revisore dei conti della Lega alla Camera con un incarico nel collegio sindacale di Sea; Michele Scillieri, professionista con un contratto di consulenza fiscale con la Lfc. Assieme ad una quarta persona, Fabio Giuseppe Barbarossa, sono tutti indagati a vario titolo per peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Gli arresti domiciliari dei tre commercialisti hanno messo un punto fermo nell’inchiesta della Procura di Milano. Per il pm Stefano Civardi e l’aggiunto Eugenio Fusco, l’operazione avrebbe drenato fondi pubblici, dispersi poi in vari rivoli di cui si sta cercando di capire su quali società e su quali conti siano rimbalzati e dove siano effettivamente finiti.
Nell’inchiesta, che corre in parallelo con quella genovese sui 49 milioni di euro spariti, a luglio era stato fermato e poi arrestato Luca Sostegni, 62 anni, ritenuto il prestanome dei tre professionisti accusato anche di estorsione e in procinto di fuggire all’estero.
La “destinazione finale”
Negli interrogatori resi finora da Sostegni, gli inquirenti hanno posto anche domande sulla destinazione finale di parte della provvista dell’affare immobiliare. Sostegni, però, ha chiarito che lui si è occupato come prestanome solo di una parte delle transazioni, quelle già individuate nelle indagini, e che la “mente” delle operazioni, anche quelle a lui sconosciute, era il commercialista Scillieri.
E in uno dei verbali Sostegni ha riportato anche una battuta che Scillieri avrebbe fatto rispondendo “servono per la campagna elettorale” alla sua domanda: “Che ve ne fate di tutti questi soldi?”.
Gli inquirenti hanno provato ad avere chiarimenti sul punto, ma Sostegni l’ha liquidata come una battuta. Sostegni si è assunto, invece, tutte le sue “responsabilità ” sulla vicenda che ruota attorno al capannone di Cormano, ma ha detto di non essere al corrente degli altri flussi di denaro su cui sta lavorando la Procura. È probabile che nelle prossime settimane Sostegni, difeso dal legale Giuseppe Alessandro Pennisi, venga ascoltato ancora dai pm.
(da “La Repubblica”)
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