INTERVISTA A DE BENEDETTI: “SE VINCE IL NO RENZI DOVRÀ DIMETTERSI”
“UNA NUOVA GRAVE CRISI ECONOMICA METTERA’ IN PERICOLO LE DEMOCRAZIE”
“Se vincesse il no, Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Anche se non credo che lascerà la politica. E per fortuna, perchè ha dimostrato di avere energia e qualità “.
Lo dice Carlo De Benedetti in un’intervista al Corriere della sera, confermando il suo No al referendum se non ci saranno modifiche all’Italicum.
“Berlusconi – aggiunge – aspetta col cappello in mano. Comunque finisca il referendum, ci guadagna: anche se vince il Sì Renzi avrà bisogno di lui. La scelta di Parisi si spiega così. Insieme, Renzi e Parisi si accorderanno, ridimensionando la sinistra e restituendo Salvini alle valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza. Di sicuro per combattere i populismi appare inevitabile che al partito di Renzi si sommino una parte dei voti e dell’apparato del centrodestra”.
L’Ingegnere poi sostiene che “siamo alla vigilia di una nuova, grave crisi economica. Che aggraverà il pericolo della fine delle democrazie, così come le abbiamo conosciute”.
Secondo De Benedetti “l’Occidente è a una svolta storica: è in gioco la sopravvivenza della democrazia, anche a causa della situazione economica e finanziaria. La globalizzazione, di cui tutti noi, e mi ci metto anch’io, eravamo acriticamente entusiasti e ci siamo affrettati a raccogliere i frutti, ha creato una deflazione che ha ridotto i salari della media di tutti i lavoratori del mondo, e ha accresciuto le ingiustizie sociali sino a renderle insopportabili. Si sta verificando la previsione di Larry Summers, l’ex segretario al Tesoro di Clinton: una stagnazione secolare”.
Per l’imprenditore, non sono serviti gli interventi negli anni della Bce e della Fed: “Le banche centrali hanno tentato di cambiare mestiere: dopo cinquant’anni in cui il grande nemico era l’inflazione, hanno combattuto la deflazione secondo le vecchie teorie, creando moneta. Ma così hanno costruito una trappola. Hanno immesso sul mercato trilioni di dollari, una cifra inimmaginabile e incalcolabile. Non ci sono più titoli da comprare. Ma questo – aggiunge De Benedetti al Corsera – oltre a mettere in ginocchio il settore bancario, non ci ha fatto uscire dalla stagnazione e dalla deflazione”.
(da “Huffingtonpost”)
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