INTERVISTA A GIANFRANCO FINI: “LE INVETTIVE ANTISEMITE DENTRO ‘GIOVENTU’ NAZIONALE’? UN’OSCENITA’. LA DESTRA È INCOMPATIBILE CON QUESTI ATTEGGIAMENTI CHE NON VANNO DERUBRICATI A GOLIARDATE”
“LE ESPULSIONI SONO DOVEROSE. MA BISOGNA ARRIVARE A UN’AZIONE DI TIPO PEDAGOGICO – QUANDO C’È STATA LA SVOLTA DI AN, LA CONDANNA DEL PASSATO E IL RIFIUTO DI OGNI RAZZISMO È STATA INEQUIVOCABILE. FIRMARONO IL DOCUMENTO FONDATIVO, LA RUSSA, DONZELLI E NATURALMENTE MELONI”
Gianfranco Fini ha visto il servizio di Fanpage?
«Un’oscenità. Semplicemente allucinante».
Allude ai gesti nazisti e le invettive antisemite, non al servizio, giusto?
«Le modalità con cui è stato fatto il servizio sono ai limiti del consentito, ma occorre guardare al contenuto. Se non ci fossero i filmati stenterei a credere che esponenti di FdI abbiano comportamenti così folli».
Perché stenterebbe?
«Conosco quel mondo. Incontro molti ragazzi e non hanno nulla a che spartire con quelli. E poi perché hanno Giorgia Meloni come modello che credo sia furibonda e farà di tutto per estirpare quel virus».
Perché considera il modello Giorgia un antivirus?
§«Perché si è formata, in anni in cui l’estremismo c’era (a destra come a sinistra) nella sezione del Colle Oppio, quella di Rampelli, spregiudicata e innovatrice: si definivano Gabbiani. E poi è stata presidente dei giovani di An ma mai, da presidente del partito, ho avuto sentore che ci fossero spinte di antisemitismo, nostalgie fasciste e peggio ancora rigurgiti nazistoidi».
Ma non è servito a nulla Fiuggi e il viaggio in Israele?
«Quando c’è stata la svolta di An la condanna del passato e il rifiuto di ogni forma di razzismo è stata inequivocabile».
Di chi parla?
«Tutti quelli che firmarono il documento fondativo, tra cui Ignazio La Russa, Donzelli e naturalmente Meloni».
Bastano le sospensioni?
«Sono felice che dopo un’esitazione iniziale si siano prese contromisure. E in alcuni casi le espulsioni sono doverose. Ma bisogna arrivare a un’azione di tipo pedagogico. Far capire che la destra è incompatibile con questi atteggiamenti che non vanno derubricati a goliardate».
Pedagogica?
«L’onorevole di FdI Zucconi ha detto bisognerebbe portarli ad Auschwitz. Giusto. Magari proiettare Schindler’s list , far leggere Il Diario di Anna Frank , meditare sulla testimonianza della senatrice Segre e chiedere loro di vergognarsi».
Pensa che sia diffuso questo doppio comportamento in pubblico o in privato?
«Assolutamente no. Pochissimi casi che fanno molto rumore. Inaccettabili. Quando fai politica il privato non esiste o quasi. La destra giustamente parla di coerenza. E tutti gli iscritti compresi i più giovani hanno il dovere di dire pubblicamente quello che pensano su antisemitismo e dittature. Ciò che mi ha più disgustato è stato lo scherno a Ester Mieli dopo averla applaudita. Né si può dire che in questi anni è mancata l’informazione su cosa sia stato l’antisemitismo nazifascista. Vado orgoglioso di aver fatto parlare nell’aula della Camera, il nobel Elie Wiesel».
La matrice culturale non è comune?
«Assolutamente no. Quando ho fondato An ci fu un fiorire di altre formazioni che si dichiaravano di destra estrema, come CasaPound. Ci chiamavano traditori e sapevano che nelle nostre sedi sarebbe stato impossibile per loro professare idee antidemocratiche e razziste».
Rievocare la X Mas non è solleticare quegli istinti?
«Fino all’8 settembre ‘43 la X erano reparti scelti della Marina ammirati anche dagli inglesi. Mi auguro che Vannacci faccia riferimento a quel periodo e non a quello dei rastrellamenti con i nazisti».
C’è chi pensa che aver mostrato una deriva antisemita in FdI abbia contribuito a isolare Meloni in Ue. Lei?
«È una colossale sciocchezza. In Ue Meloni non è isolata. E l’antisemitismo che dilaga non è frutto di un’onda nera bensì dell’odio nei confronti di Israele alimentato dai circoli islamisti radicali e da chi in una certa sinistra giustamente chiede una patria per i palestinesi, ma dimentica che Israele ha il sacrosanto diritto di esistere e difendersi dal terrorismo».
(da il Corriere della Sera)
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