INTERVISTA A MANUELA REPETTI: “IO E BONDI ANDIAMO CON VERDINI”
“MI SENTO VICINA A RENZI MA NON ADERISCO AI DEM”
Sandro Bondi e la compagna Manuela Repetti lasciano il gruppo misto e aderiscono al gruppo Ala di Verdini, con loro, direttamente da Forza Italia, un altro senatore, Enrico Piccinelli.
Sono solo i primi tre nomi del nuovo esodo che avrà il suo clou a gennaio.
In rampa di lancio tra i berlusconiani i senatori Franco Cardiello, Sante Zuffada, Riccardo Villari. Altri seguiranno.
Senatrice Repetti, lei e il senatore Bondi da tempo sostenete le scelte del governo. Oggi aderite ad Ala. Perchè? E’ l’ingresso ufficiale in maggioranza?
«La verità è che io e il mio compagno siamo usciti da Forza Italia quando Ala ancora non esisteva, eravamo al gruppo misto. Nella sostanza le motivazioni dell’uscita da Fi degli amici di Ala sono le stesse nostre. Ci accomuna l’aver creduto e aderito ad un progetto liberale, laico e riformista che oggi per essere portato avanti non vede alternativa all’appoggio al governo Renzi e alle sue riforme. Pur non trattandosi di un ingresso formale in maggioranza».
Perchè a questo punto non aderire proprio al Pd?
«Innanzitutto tengo a precisare che il mio compagno Sandro Bondi ritiene definitivamente conclusa la sua esperienza politica. Quanto a me, la mia scelta è anche di profondo rispetto dei dirigenti, militanti ed elettori del Pd. Partito cambiato con l’arrivo di Matteo Renzi e al quale oggi mi sento molto vicina, ma che tuttavia sta ancora vivendo un lungo travagliato cambiamento. Per cui, sia per me che per il Pd, ritengo sarebbe stata inopportuna una mia adesione».
Cosa vi ha convinto del progetto politico di Verdini? Fino a qualche tempo fa lei sembrava più vicina all’Ncd di Alfano.
«Ricordo che Denis Verdini è stato, se non il protagonista, sicuramente uno dei principali artefici del Patto del Nazareno che prevedeva un sostegno da parte di Fi al governo Renzi sulle riforme. Scelta lungimirante. È stata una grande delusione, oltre che un errore politico, il cambio di posizione di Fi. Dunque non c’è stato bisogno di alcun convincimento. Per quel che riguarda Alfano, persona e ministro che stimo, dico che questa legislatura costituente la si deve proprio alle sue scelte coraggiose. Ma alcune questioni, a cominciare da quelle di natura etica, unioni civili e fine vita, mi separano da Ncd».
D’accordo, ma che ne sarà di Ala nel 2018? Pensate di confluire nel listone Pd o cosa? L’Italicum non lascia molti margini.
«Ala può svolgere un ruolo politico molto più importante della sua attuale consistenza numerica, che peraltro sta aumentando costantemente. Credo ci sia uno spazio affinchè forze come Ala, Ncd, Fare di Tosi, e magari anche Fitto, creino un movimento alleato con il Pd di Renzi. La forma di questo progetto è l’ultimo problema».
Siete fuori da Fi da tempo, come valuta il processo di dissoluzione? E la progressiva supremazia della leadership di Salvini?
«Purtroppo Fi è divenuto un partito ininfluente e, con la scelta di allearsi con Salvini, ha perso ogni capacità di presentarsi come un’opposizione seria e credibile. E la destra nazionalista di Salvini ingloberà sempre di più ciò che resterà di Fi».
In cosa ha sbagliato Berlusconi?
«Devo essere sincera? Non riesco a dare una spiegazione razionale alle ultime scelte di Berlusconi».
Altri senatori forzisti sembra che seguiranno il vostro percorso. Cosa resterà attorno a Berlusconi, oltre al suo cerchio magico?
«C’è un grande malessere e un diffuso disagio tra le file di Fi. Credo dunque che le voci di altre uscite siano assolutamente fondate. Per il resto, ho paura che di Fi resterà solo una speranza tradita».
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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