INTERVISTA AL MINISTRO DELLE FINANZE GRECO YANIS VAUROFAKIS: “NON CHIEDIAMO FAVORI, MA NON SERVE A NESSUNO AFFONDARCI”
“CHE SI METTANO SUL TAVOLO LE ESIGENZE DI OGNUNO”
Eccolo, Yanis Varoufakis, l’uomo che terrorizza la Germania, l’Europa, addirittura il mondo a sentire il cancelliere dello Scacchiere George Osborne.
Sorridente, meno scarmigliato del solito, il ministro delle Finanze di Tsipras si siede in una saletta dell’ambasciata greca ed espone con calma il piano per liberare Atene dal giogo del debito.
Non senza una premessa: «Ragazzi, non vi dimenticate che siamo al governo da dieci giorni, non abbiamo neanche ancora giurato. Volete darci un po’ di tempo per prendere le misure? Io, poi, sono in politica da tre settimane, finora ho fatto il professore».
Ministro, cosa chiedete all’Europa?
«Prima di tutto, non abbiamo intrapreso questo tour di capitali per chiedere favori a nessuno, ma per stabilire un programma di lavoro comune sereno e razionale, in cui le esigenze di tutti i protagonisti sono correttamente sul tavolo. Dobbiamo tutti sedere dallo stesso lato del tavolo, non schierati uno contro un altro. Lo dirò anche a Schauble, che non conosco personalmente ma di cui ho apprezzato molte pubblicazioni, pervase di spirito costruttivo e genuinamente europeista ».
Chiederete la cancellazione del debito, anche parziale?
«No. Dividiamo il debito, 300 miliardi, in tre parti. Quella verso la Bce sarà saldata per intero e nei termini, ma la prima scadenza di 3,5 miliardi è il 20 luglio. Per le altre tranche, Fmi e Paesi, proponiamo la sostituzione con nuovi bond a interessi di mercato, oggi molto bassi, con una clausola: cominceremo la restituzione per intero quando si sarà riavviata in Grecia una solida crescita. Possiamo farlo senza mancare il pareggio di bilancio e finanziando al contempo iniziative di sviluppo purchè ci si liberi dall’onere degli interessi. Anche con l’Fmi abbiamo avviato il negoziato: non vedo perchè non debba accettare una dilazione come fa sempre in casi del genere, almeno a fine anno (i primi prestiti scadono il 15 marzo per 1,9 miliardi e il 15 giugno per altrettanti, ndr). Guardate che il link restituzione- crescita era previsto già negli accordi del 2010, solo che si basava su presupposti sballati. È vero che la congiuntura è andata in modo imprevisto: come diceva Galbraith “le previsioni economiche servono per rivalutare gli astrologi”».
Qual è la vostra roadmap?
«Quattro capitoli: 1. Profonde riforme interne per rendere la nostra economia sostenibile; 2. Ristrutturazione del debito come dicevo nel presupposto che oggi l’indebitamento è insostenibile malgrado ci sia chi mette in giro voci contrarie; 3. Fissazione di una serie di obiettivi realistici da non mancare assolutamente; 4. Riforma del metodo di governo dell’Europa perchè il problema non è la Grecia ma la gestione complessiva dell’eurozona, che è concepita male e non potrà mai funzionare. Si è visto come tutto è franato di fronte alla crisi finanziaria importata dall’America nel 2008. Il governo Tsipras è stato eletto con un mandato semplice: sollevate in Europa il problema della sostenibilità delle attuali politiche dell’euro. Cosa fa una banca quando un cliente va in difficoltà ? Si siede al tavolo, discute e il più delle volte gli assegna qualche ulteriore fondo, con raziocinio, perchè questo completi i suoi progetti e torni in bonis. Si chiama incentive compatibility . Un fallimento totale non è nell’interesse di nessuno».
Da questo viaggio per capitali, al momento ha riportato sensazioni che autorizzano all’ottimismo?
«Sì, io sono ottimista che il problema sarà risolto. Anche l’altro giorno nella comunità finanziaria britannica ho trovato riscontri favorevoli, a parte che hanno capito benissimo quali erano i nostri problemi pur essendo così distanti. Erano stupiti che un radicale di sinistra avesse stilato un piano degno di un bankrupt lawyer. Ma la Grecia, diciamolo chiaro, è fallita dal 2010. Non c’è nessuna ripresa, chi vuole farlo intendere dice il falso. Proprio per questo c’è bisogno di misure eccezionali».
Fra pochi giorni sarebbe in calendario l’ultima tranche di finanziamenti della vituperata Troika. Li accetterete?
«No, sui 7 miliardi previsti ne prenderemo solo 1,9 perchè sono soldi nostri, i profitti che la Bce ha incassato da certi bond acquistati nel soccorso del 2010. Per favore, le diciamo, restituiteli. Per il resto la nostra richiesta è: sospendiamo qualsiasi operazione fino a giugno. Chiamiamolo periodo ponte. Intanto riflettiamo sulle misure da prendere per una soluzione stabile. È interesse non solo nostro ma di Italia, Francia, l’Olanda che ha un problema di debito privato, e così via».
Per elaborare le strategie con un nuovo spirito è sempre valida la vostra proposta per una conferenza sul debiti?
«Certo, ma mi sembra che abbia poco seguito. Eppure ci vorrebbe una nuova Bretton Woods: del resto i disastri che quella conferenza affrontò non sono diversi dalla crisi attuale».
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply