ISTITUTO LEONI: “CON UNA MANO DA’, CON L’ALTRA TOGLIE. RENZI AUMENTA LE TASSE”
TROPPI RINCARI FISCALI E SPENDING POCO INCISIVA
Una manovra descritta come semplice e lineare, che a una verifica più attenta non sembra così semplice, nè così lineare.
«La lettura è attenta per quel che si può – avverte Serena Sileoni, vice-direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni – perchè al momento abbiamo visto le slide del premier e alcune bozze del provvedimento, ma non c’è ancora un testo definitivo da valutare».
Avvocato Sileoni, il premier ha parlato di «manovra che abbassa le tasse». Non è abbastanza lineare?
«L’annuncio lo è, eccome. L’applicazione di questo principio linearissimo mi pare molto più complessa. Sul versante delle entrate quasi metà manovra è fatta di revisione della spesa, e non sono tagli cui si sottopone lo Stato ma gli enti locali. Significa accettare, implicitamente, la possibilità che gli enti locali aumentino le tasse: una mano dà , l’altra toglie. E poi ci sono rincari fiscali veri e propri».
Per esempio?
«Per le casse previdenziali, le rendite finanziarie, la banda larga e le slot machine. Mi rendo conto che, quando si parla di gioco d’azzardo, aumentare il carico paghi da un punto di vista dell’immagine. Anche per le rendite finanziarie il meccanismo comunicativo funziona bene. Però chiamiamo le cose con il loro nome: qui le tasse aumentano».
C’è senz’altro un impegno forte per le imprese e il lavoro, però.
«Gli interventi per il settore produttivo sono senz’altro un’ottima cosa. A cascata, migliorano le condizioni di vita e le capacità di spesa delle famiglie».
Ci sono settori o aree geografiche del paese premiati? Il taglio Irap diventa sempre più apprezzabile per le grandi imprese. Le agevolazioni Iva aiutano gli artigiani…
«Si incoraggia quanto di buono c’è già , le aree e i settori che trainano la nostra economia da sempre. E qui torniamo all’impostazione della manovra, che a me sembra molto poco innovativa: un’altra fetta consistente delle risorse si fa ricorrendo al deficit. E poi cose piccole ma significative: tornano i fondi per i Forestali calabresi, tradizione che ci portiamo dietro dal secolo scorso, mentre si era parlato di accorpare quella funzione nella polizia. Continuiamo a fare poco sulle partecipate degli enti locali, altra voragine dei conti pubblici che conosciamo da lungo tempo. E sul versante delle entrate ci sono voci aleatorie»
Un contributo robusto dovrebbe arrivare dall’evasione fiscale.
«Che è aleatoria per definizione. A meno che uno non dia mandato all’Agenzia delle Entrate di mettere in piedi un’operazione di recupero molto aggressiva, cosa che non mi pare nelle intenzioni di questo governo. Lo stesso discorso mi pare si possa fare per la spending review. Lo Stato non riesce a farla in modo incisivo».
Domanda secca: una cosa che ha apprezzato.
«Sono stati tolti dei soldi ai patronati».
Seconda domanda secca: cosa le è piaciuto di meno?
«Non stiamo aggredendo la spesa pubblica. A mio parere bisognerebbe cominciare da lì».
Marco Sodan
(da “la Stampa”)
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