ITALICUM, ARMI SPUNTATE PER I CONTRARI: I FRANCHI TIRATORI TEMONO IL RITORNO ALLE URNE
RENZI E BERLUSCONI REAGIREBBERO CONTRO UN PARLAMENTO FUORI CONTROLLO
Domani la legge elettorale arriva in aula alla Camera.
Ma nei palazzi della politica nessuno si agita piuÌ€ di tanto, poicheÌ l’attenzione adesso eÌ€ concentrata sul duello Renzi-Letta.
Si parlava di «franchi tiratori» in agguato, di emendamenti-trabocchetto per far cadere l’«Italicum» nel voto segreto, dei piccoli partiti pronti all’ultimo disperato assalto…
E invece, alla vigilia delle votazioni l’aria eÌ€ quella di un passaggio parlamentare alquanto scontato, dove l’unica vera incognita la rappresentano i grillini, casomai volessero mettere Montecitorio a ferro e a fuoco per impedire che il testo venga licenziato entro venerdiÌ€.
Cinque stelle a parte, nessuno più contesta la sostanza della riforma
La minoranza Pd, fino all’altro giorno molto sofferente, per bocca di Cuperlo lancia messaggi flautati: «Da parte nostra nessun cecchinaggio, tutto si puoÌ€ dire di noi tranne che manchi il senso di responsabilitaÌ€».
Nemmeno i partiti che rischiano l’estinzione, dai montiani agli alfaniani, pare vogliano sabotare. Fa testo la riflessione a voce alta del ministro Quagliariello (Nuovo centrodestra): «Fin dall’inizio di questa partita il nostro ruolo eÌ€ stato di correzione e di coesione al tempo stesso. Ci siamo battuti per aggiustare un impianto di legge elettorale quantomeno fragile, ma pure per evitare che il tentativo di riforma fallisse creando un alibi per il partito dello sfascio e delle elezioni anticipate».
Esattamente questo eÌ€ il punto: se nei prossimi giorni i «franchi tiratori» riuscissero a stravolgere il famoso patto Berlusconi-Renzi, la gioia durerebbe poco in quanto l’effetto inevitabile sarebbe di scatenare la reazione dei due nei confronti di un Parlamento fuori controllo.
Tornerebbe a riaffacciarsi lo spettro di elezioni immediate, che consentirebbero al segretario Pd (al Cav, a Grillo) di rimodellare le Camere a loro immagine e somiglianza.
Insomma, prima di pigiare il pulsante dell’autodistruzione, gli eventuali «cecchini» ci penseranno bene
E poi ci sono tutti coloro che tifano per un «Letta-bis»: nel mezzo delle trattative, si guarderanno bene dal provocare incidenti di percorso.
Magari vorrebbero le preferenze, oppure gradirebbero alzare la soglia del premio di maggioranza dal 37 per cento al 40.
Però poi ne farebbe le spese Letta, meglio non insistere.
Dunque niente emendamenti al testo base su cui il relatore Sisto (Forza Italia) sta portando le ultime limature?
La previsione è che qualche tentativo di modifica ci sarà.
PeroÌ€ senza mettere in discussione i pilastri della riforma. Piuttosto, cercando di ritardarne l’attuazione nel tempo.
Ad esempio, eÌ€ pronto un emendamento trasversale per rinviare l’entrata in vigore della legge al giorno in cui chiuderaÌ€ il Senato.
La speranza dei proponenti, inutile dire, eÌ€ che quel giorno non arrivi mai…
Ugo Magri
(da “La Stampa“)
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