LA AQUARIUS SALVA 11 PROFUGHI SU UN BARCHINO E GIUSTAMENTE SI RIFIUTA DI CONSEGNARLI AI CRIMINALI LIBICI
“LA LIBIA NON E’ UN PORTO SICURO” COME RISULTA A TUTTO IL MONDO CIVILE, ESCLUSO IL GOVERNO ITALIANO
La Aquarius torna in mare e scoppia subito un nuovo caso migranti.
Questa mattina i volontari della nave di Sos Mediterranèe e Msf hanno soccorso un barchino veloce in vetroresina con 11 persone a bordo, troppe per quella piccola imbarcazione con l’acqua che aveva cominciato ad invadere lo scafo.
Dell’operazione – spiegano da bordo della Aquarius – erano stati informati tutti, italiani, maltesi, tunisini.
Il centro operativo della Guardia costiera di Roma, come ormai prassi da diversi mesi, ha risposto di girare la segnalazione a Tripoli, ma la Guardia costiera libica non ha mai risposto alla richiesta di soccorso.
E quindi Aquarius ha deciso di intervenire e prendere a bordo gli 11 migranti che erano partiti tutti senza giubbotto salvagente.
Ma quando più tardi è arrivata una motovedetta della Guardia costiera libica, la Aquarius si è rifiutata di consegnare i migranti.
Attorno alle 11, sostengono Sos Mediterranee e Msf, il centro di coordinamento libico ha inviato una mail in cui comunicava all’Aquarius di aver preso il coordinamento delle operazioni Sar invitando la nave delle Ong a raggiungere delle coordinate specifiche per consegnare i migranti ad una motovedetta della guardia costiera libica. Dall’Aquarius, con un’altra mail inviata anche all’Italia e a Malta, hanno però informato i libici che non avrebbero trasferito i migranti poichè la Libia non è un porto sicuro ed inoltre che il trasferimento dei migranti “metterebbe a rischio la loro sicurezza” in quanto potrebbero verificarsi scene di panico.
Mail alla quale i libici hanno a loro volta risposto invitando l’Aquarius, vista la “volontà di non cooperare” e avendo preso “autonomamente” a bordo i migranti, di rivolgersi ad un altro centro di coordinamento dei soccorsi o al proprio stato di bandiera.
Il barchino è probabilmente partito da una spiaggia nei pressi di Khoms. È al confine tra Libia e Tunisia che da alcune settimane i trafficanti hanno spostato il baricentro delle partenze cambiando anche tipologia di mezzo, non più i gommoni mezzo sfondati che non riuscivano a rimanere a galla per più di un paio d’ore ma piccole barche veloci che nel giro di poche ore riescono a giungere in zona Sar italiana come è successo la scorsa settimana alle sette imbarcazioni approdate a Lampedusa.
(da agenzie)
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