LA BUVETTE DEL SENATO ALZA I PREZZI, SPARISCE LA META’ DEI CLIENTI
DOPO LE POLEMICHE SUI PRANZI A PREZZI IRRISORI DI CUI GODEVANO I SENATORI, ORA UN PASTO E’ PASSATO A COSTARE 25-30 EURO…E I SENATORI VANNO A MONTECITORIO DOVE IL PREZZO E ANCORA MINIMO
«Sa cosa sta succedendo? La stessa cosa della barberia: finchè era gratis c’era chi ci andava anche due volte al giorno, ora che si pagano 15 euro nessuno ha più bisogno di barba e capelli…», sospira il senatore dipietrista Stefano Pedica, prevedendo la sorte del ristorante di Palazzo Madama. Causa un’ondata di indignazione generale, da settembre il costo di un pasto tra stucchi e velluti è stato più o meno triplicato: per gli avventori del Palazzo è finito il tempo della scelta tra primi a un euro e sessanta o del pesce spada a 3 e 55.
Decisione tempestiva del Collegio dei questori, solerti ad arginare la rivolta anti-Casta: adesso per un primo piatto si sborsano sei euro, per gli spaghetti all’ astice anche 15-18, per un pasto completo tra i 25 e i 30.
E il primo effetto dell’adeguamento al costo della vita dei comuni mortali si è fatto subito sentire: crollo delle presenze e degli incassi di circa il 50% rispetto a luglio, quando ancora si banchettava allegramente con pochi euro.
«Si parla di un centinaio di persone in meno al giorno», calcola il senatore questore Angelo Maria Cicolani, del Pdl. «Ma è troppo presto per fare un bilancio», predica, dall’innalzamento dei prezzi sono passati pochi giorni «ed è stata una settimana particolare, con il voto di fiducia e quindi l’attività delle Commissioni sospesa. Mi auguro che non ci sarà nessun calo».
Qualche senatore si è risentito per questo intervento sui prezzi, sentendosi poco tutelato: «Non hanno protetto i nostri diritti: il ristorante è un servizio, non un privilegio», sbuffa qualcuno.
«Il ristorante serve: è un luogo di aggregazione dove spesso si continua a lavorare in modo informale. E poi se ne servono ospiti in visita, ministri stranieri, personalità : è importante avere un posto decoroso dove accoglierli a pranzo», spiega Cicolani.
«In pochi giorni il ristorante s’è svuotato», valuta Pedica.
«Ho sentito colleghi cominciare a lamentarsi del cibo, del servizio. Ma è da paragonare a un buon ristorante: perchè lamentarsi se si pagano 25 o 30 euro quando fuori sono disposti a pagarne 50?».
La soluzione però c’è: intanto, il ristorante di Montecitorio, a pochi minuti a piedi, almeno per ora costa meno.
E poi ci sono già gruppi parlamentari che stanno cercando accordi e convenzioni con ristoranti esterni, per pagare 15 euro o giù di lì.
Francesca Scianchi
(da “La Stampa“)
Leave a Reply