LA LIBIA ANNULLA IL CONCERTO DELLA ROCK STAR MARONI
MARONI VOLEVA CONSEGNARE LE 30 MOTOVEDETTE PROMESSE A GHEDDAFI SBARCANDO COME UNA STAR, TRA TV E LUSTRINI… LA LIBIA GLI RICORDA CHE NON SIAMO IN ITALIA DOVE BASTANO LE PROMESSE MEDIATICHE SULLA PILLOLA-SICUREZZA DEL GIORNO DOPO… GHEDDAFI LO FERMA SUL BAGNASCIUGA
Trenta motovedette costruite nei cantieri sarzanesi di Intermarine sono da ieri ufficialmente ferme alla Spezia. L’imbarco previsto al Terminal del Golfo con destinazione Tripoli, programmato per il 4 ottobre, è stato ufficialmente sospeso. E si sta ormai sfiorando l’incidente diplomatico.
Finiti i “baci e abbracci” nel deserto tra Silvio e Muammar del 30 agosto, in occasione della “resa incondizionata” dell’Italia alla Libia, dove, per avere qualche barilotto di petrolio in più e una vaga promessa di un maggiore pattugliamento delle coste, ci siamo venduti i 20mila italiani cacciati anni fa dalla Libia con relativo sequestro dei beni, ci siamo impegnati a “rimborsare”, per presunti danni coloniali, 5 miliardi di euro nei prossimi anni, a costruire un’autostrada, a concedere benefit vari e a regalare 30 motovedette al governo libico, siamo alla resa dei conti.
In base agli indirizzi della sua coerente politica sulla sicurezza, il ministro dell’Interno Maroni ecco cosa riesce ad inanellare in pochi giorni.
Il 14 settembre, da Venezia dice che “la Libia non rispetta gli accordi sull’immigrazione” continuando a lasciar partire clandestini a centinaia che giungono a Lampedusa e annuncia, novello capitano di fregata, che ” la prossima settimana andrò in Libia perchè l’accordo sul controllo delle coste venga onorato”.
Passano 3 giorni, siamo a Varallo Sesia e Maroni dice che “entro breve ci sarà il via libera delle autorità libiche all’attuazione degli accordi”.
Niente da fare, passano solo altri 4 giorni, siamo a domenica 21, e Maroni ricambia idea e sostiene “basta, gli sbarchi proseguono, e allora noi non mandiamo le motovedette alla polizia libica”.
In realtà quando aveva annunciato “andrò lì”, si riferiva alla sua intenzione di arrivare in terra libica a bordo di una delle motovedette, come un Ammiraglio di lungo sorso, in una situazione cinematografica, con presenza di telecamere, fotocamere, giornalisti, segretarie tuttofare, corte dei miracolati e lustrini al seguito.
Troppo per il governo libico che ha subito diramato una nota in cui precisa: ” Per quanto riguarda le dichiarazioni del ministro Maroni di arrivare a bordo di una motovedetta, lo informiamo che la Libia rifiuta il suo arrivo in questo modo spettacolare e, se desiderassimo riceverlo, saremmo noi a indicare la data e il modo in cui potrà arrivare nel nostro Paese”.
La Libia si mostra più seria affermando la volontà di evitare di trasformare in un evento hollywoodiano quello che dovrebbe essere un tentativo di risoluzione di un dramma. A quel punto deve intervenire Frattini per rimediare a una figura di merda dicendosi convinto che “l’impegno libico sancito dall’accordo verrà sicuramente onorato, in relazione al pattugliamento misto delle coste”.
Ma la rock star Maroni non vuole rinunciare al megaconcerto e da Vespa ribadisce che lui su una delle 6 motovedette ( si sono ristrette nel frattempo da 30 a 6 causa umidità , si vede) ci vuole essere…
Magari vuole salutare casa con la manina, come i ciclisti di una volta, per poi dire ” Sono contento di essere arrivato 1″…
A margine due considerazione serie. La prima che l’accordo siglato a Bengasi tra Silvio e Muammar è solo una presa per i fondelli per l’Italia. Il leader libico è una volpe del deserto, noi i soliti fessi.
La seconda che Maroni deve rendersi conto che la sicurezza non si gestisce in TV, godendo dei media, ma nei fatti e non può contare che all’estero lo considerino un ministro preparato come qua cerca di spacciarsi, grazie all’aiutino di certi giornalisti “organici”…
La pillola-sicurezza del giorno dopo o il chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati, altrove fa ridere.
Invece che mandare 400 poliziotti a Castelvolturno dopo le rese dei conti tra camorristi, era meglio mandare 10 buoni investigatori prima che certe cose accadessero…
Tanti camorristi ora sarebbero in galera, invece che girare tranquillamente col mitra d’ordinanza.
Leave a Reply