LA MOLTIPLICAZIONE DELLE POLTRONE DELLA GIUNTA DEL LEGHISTA SOLINAS IN SARDEGNA
IN 12 SOCIETA’ PUBBLICHE SI PASSA DA UN AMMINISTRATORE UNICO A UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE CON 5 MEMBRI: UN MILIONE DI EURO SPUTTANATO E 40 NUOVE POLTRONE
La giunta regionale della Sardegna, guidata dal leghista Christian Solinas non è riuscita ad approvare il bilancio entro i termini di legge, ma non rimane con le mani in mano. Ad ottobre la Giunta ha approvato un Disegno di legge concernente “Norme di semplificazione, razionalizzazione e distinzione delle funzioni di direzione politica e direzione amministrativa nell’ordinamento degli enti, agenzie, istituti e aziende della Regione e di altri enti pubblici e di diritto pubblico operanti nell’ambito regionale”.
La proposta di legge deve ancora essere licenziata dal Consiglio Regionale, e le opposizioni promettono battaglia.
Che cosa fa questa delibera? In buona sostanza dietro il proposito di razionalizzare e semplificare si nasconde la volontà di riesumare i consigli di amministrazione degli enti pubblici, aboliti con un referendum regionale nel 2012 (nel 2016 la riforma della pubblica amministrazione interverrà in maniera analoga sulle partecipate).
La legge prevede infatti per una serie di dodici enti locali la nomina di un consiglio di amministrazione che nella maggior parte dei casi è formato da cinque componenti di cui tre designati dalla Giunta regionale e due in rappresentanza degli enti locali (o in alternativa da tre componenti nominati dalla Giunta regionale).
Si tratta di agenzie e società pubbliche che fino ad oggi sono governate da un amministratore unico.
In questo modo la giunta a guida leghista aumenterà la spesa pubblica improduttiva di oltre un milione di euro e — soprattutto — assegnerà 40 nuove poltrone che non produrranno niente di buono per i cittadini ma consentiranno alla maggioranza di assegnare lauti stipendi a qualche amico.
Già nel dicembre scorso Massimo Zedda aveva sollevato la questione del grande impegno profuso dalla giunta Solinas nell’attività di nomina e creazione di poltrone. Scriveva Zedda che la nuova maggioranza insediatasi lo scorso anno «si propone solo l’aumento del numero delle province da 4 a 8, senza che queste abbiano in cassa un solo euro da spendere per creare sviluppo, senza ulteriori competenze e senza personale, l’unica realtà saranno tante poltrone da assegnare» e che lo stesso si intende fare nella Sanità con la creazione al posto dell’azienda unica della Sanità di «8 Asl, con 8 direttori sanitari, 8 direttori amministrativi, ai quali si aggiungerà la Asl zero».
Tutto mentre grazie all’esercizio provvisorio (fino a marzo) sono bloccati appalti, concorsi e bandi di programmazione delle opere pubbliche.
(da “NextQuotidiano”)
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