“LA POLITICA SVENDE I NOSTRI FIGLI”: UNIONI CIVILI, SCOPPIA LA RIVOLTA DEL MONDO GAY
LE ASSOCIAZIONI A DIFESA DELLA STEPCHILD: “LA SOCIETA’ CI HA COMPRESO, LA POLITICA NO”
“Hanno svenduto i nostri figli per un accordo politico, come potranno d’ora in poi guardarsi allo specchio?”. Marilena Grassadonia, presidente delle Famiglie Arcobaleno, parla con una foga che sconfina nella commozione.
“E’ soltanto stanchezza, sono anni che lottiamo, e adesso che sembrava la volta buona, anche i partiti in cui avevamo creduto ci voltano le spalle, fanno affari sulle nostre teste con quegli stessi senatori che in aula hanno paragonato i nostri bambini ad animali o a creature Ogm. Pensate che insulto…”.
Si sente ferito al cuore il movimento Lgbt italiano, tradito sia dal Pd che dal Movimento Cinque Stelle, perchè, “senza la stepchild adoption quella che nascerà sarà una cosa monca, una legge per i gay ma i gay non festeggeranno, se non si tutelano i più deboli, i bambini, che senso ha tutto questo?”.
Sarebbe come gioire sulle ceneri di una speranza, fa capire Marilena Grassadonia, mamma insieme a Laura di tre bambini, Flavio, Diego e Jordi.
“I nostri figli stanno soffrendo, noi abbiamo regalato all’Italia la nostra intimità per farci conoscere, e far capire che siamo buoni genitori, la società l’ha compreso, la politica no, votare il maxiemendamento è uno sbaglio, si torni al percorso parlamentare senza stralciare i diritti dei bambini”.
Dalle Famiglie Arcobaleno all’Arcigay, dal Circolo Mario Mieli alla Rete Rainbow, dall’Agedo a Gay Net, la posizione è unanime: “la stepchild adoption è il cuore delle unioni civili”.
Invece, fare l’accordo con Ncd, per Gabriele Piazzoni, segretario di Arcigay, “è come scrivere le leggi a tutela dei bambini con l’orco…”.
“Le condizioni per proseguire ci sono, se Pd, Movimento 5 Stelle e Sel decideranno di votare emendamento per emendamento, senza tradire le aspettative di milioni di persone”.
Il timore delle associazioni è che fatto l’accordo con Alfano, la stepchild adoption finisca nel cimitero delle leggi dimenticate.
Maria Novella De Luca
(da “La Repubblica”)
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