LA PROCURA DI MILANO: “VIDEO FANPAGE CON FIDANZA E JONGHI FEDELE ALLE 100 ORE DI GIRATO”
IN UN PAESE NORMALE, DOPO AVER INSINUATO TAGLI E MANOMISSIONI DA PARTE DEI GIORNALISTI, LA SIGNORA MELONI DOVREBBE RASSEGNARE LE DIMISSIONI
Le due video-inchieste pubblicate sul sito di FanPage e mandate in onda a Piazza Pulita sono una sintesi aderente a quello che è il totale delle ore di filmato girate dal giornalista che ha lavorato sotto copertura.
Fonti della procura confermano così che non sarebbero stati fatti tagli o omissioni particolari nel lavoro di montaggio che ha portato alle versioni pubblicate.
Un elemento che smentisce l’ipotesi, sostenuta dai vertici di Fratelli d’Italia, che quanto mandato in onda fosse una versione travisata dei fatti.
All’indomani dell’inchiesta, Meloni aveva detto, per rinviare qualsiasi decisione sull’europarlamentare indagato Carlo Fidanza: “Prima voglio vedere tutto il girato, non giudico i miei dirigenti in base a un filmato montato da FanPage”.
I pm Giovanni Polizzi e Piero Basilone sono al lavoro nell’ambito dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, che punta a far luce sui sistemi di finanziamento del partito di Fratelli d’Italia e di eventuali sistemi di riciclaggio che passano per la cosiddetta galassia nera. Il fascicolo vede indagati l’europarlamentare Carlo Fidanza e il “barone nero” Jonghi Lavarini e le ipotesi di reato sono il finanziamento illecito e il riciclaggio.
Nelle immagini riprese con la telecamera nascosta, si vedono e si sentono i due parlare di finaziamenti in “black” e di “lavatrici”. Per cercare di ricostruire il quadro, i militari del nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano stanno anche lavorando su documenti e dispostivi sequestrati nel corso delle perquisizioni a Jonghi Lavarini.
Nei giorni scorsi, una volta scoperta la copertura del giornalista che si presentava ai vertici milanesi di Fratelli d’Italia come un fantomatico finanziatore, il cronista ha subito anche una serie di minacce da parte di Jonghi Lavarini. “Dammi una spiegazione entro un’ora o ti vengo a cercare”. Aveva scritto così al giornalista infiltrato, dopo l’episodio della valigia in cui credeva ci fossero i soldi in nero dei quali lui si stava facendo tramite con importanti esponenti dei partiti di destra, ma dove aveva trovato solo dei libri. “Prima di emettere una mia sentenza e avviso pubblico nei tuoi confronti (ma poi devi lasciare Milano), attendo spiegazioni, di qualunque genere”, si legge in un’altra chat riportata da Fanpage e attribuita a Jonghi Lavarini. E in un’altra ancora: “Ho bloccato sei iniziative su nove, ora mi toccherà pagare personalmente le altre promesse. Oltre il danno, la beffa”.
(da agenzie)
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