LA SENTENZA CON CUI LA CORTE COSTITUZIONALE HA RIBADITO LA LEGITTIMITÀ DELL’OBBLIGO VACCINALE RAPPRESENTA UN SEGNALE AL GOVERNO CONTRO L’ONDATA REVISIONISTA CHE MELONI AVEVA VENTILATO
CON BUONA PACE DEI NO VAX CHE DAL GOVERNO SI ASPETTAVANO LA PIENA RILEGITTIMAZIONE
È una sconfitta per i No vax, che speravano in una riabilitazione e in un riconoscimento del diritto – negato – di vivere, lavorare e frequentare i locali pubblici ai tempi del lockdown, senza piegarsi né al vaccino né al “green pass”, la sentenza con cui la Corte costituzionale si è pronunciata ieri, coincidenza proprio nello stesso giorno in cui cominciavano a dover essere pagate le multe per mancato rispetto dell’obbligo di vaccinazione.
E rappresenta anche un segnale al governo contro l’ondata revisionista che Meloni aveva ventilato nel suo discorso di insediamento alla Camera, e avrebbe dovuto portare a un annullamento delle sanzioni e dell’uso delle mascherine anche negli ospedali (provvedimento, quest’ ultimo, accennato ma mai concretizzato).
In questo senso si può dire che la sentenza varrà per il futuro più che per il presente, ormai orientato, strutture sanitarie a parte, verso una completa o quasi normalizzazione: nel caso, malaugurato, in cui la pandemia dovesse ricreare allarme, il governo potrà (o dovrà) ricorrere all’obbligo di vaccino e alle altre precauzioni sperimentate nel 2020 e 2021. Con buona pace dei No vax che dal governo si aspettavano la piena rilegittimazione che non è arrivata, malgrado i ricorsi che avevano esattamente quest’ obiettivo.
Indirettamente infatti i giudici della Consulta si trovavano a decidere sulla condotta di Draghi. Sempre più rigorosa e sempre più contestata, man mano che le restrizioni andavano avanti, puntando a rendere impossibile, oltre che rischioso, sottrarsi alla campagna vaccinale. A leggere il comunicato della Corte si può dire che l'”imputato ombra” di questo “processo” è uscito pienamente assolto.
Difficile capire, dopo il pronunciamento della Consulta, quale sarà l’orientamento di Meloni. Si sta muovendo con prudenza il ministro Schillaci – pur esplicitamente distante dal suo predecessore Speranza, il responsabile della Sanità per tutto il periodo più difficile dell’emergenza Covid, nei governi Conte 2 e Draghi. La fine dell’obbligo ha segnato un’adesione molto più tiepida alla campagna di vaccinazione in corso. Ma la situazione è sotto controllo. Per i vaccinati il Covid non è diventato proprio un raffreddore, ma il timore di trovarsi di fronte a un virus letale è di sicuro diminuito.
(da La Stampa)
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