LA SVEZIA: “PUNIRE CHI RIFIUTA LE QUOTE DI PROFUGHI”. FINALMENTE QUALCUNO HA CAPITO COSA OCCORRE FARE
UN TERZO DELLA CRESCITA PIL DEI PAESI EX COMUNISTI DERIVA DA FONDI UE: E’ ORA DI TAGLIARLI A ZERO
«LA Ue deve punire i Paesi membri che le negano solidarietà e rifiutano le quote di ripartizione di migranti».
Ecco la richiesta della Svezia all’esecutivo europeo.
L’ha pronunciata finalmente la ministra degli Affari europei del governo a guida socialdemocratica di Stoccolma, Ann Linde.
Il destinatario dell’accusa è chiaro: soprattutto i 4 Paesi del Gruppo di Visègrad (Cèchia, Polonia, Slovacchia e Ungheria) i quali al summit di Bratislava hanno ribadito il loro no a quote di ripartizione decise da Bruxelles.
«La Ue è abbastanza grande da gestire l’emergenza migranti, ma diventa impossibile se solo pochi paesi si assumono il fardello dell’accoglienza», ha detto la ministra Linde.
La Svezia è, in proporzione ai cittadini (10 milioni) il paese col maggior numero di migranti, oltre 160mila, come se in Germania fossero oltre 2 milioni e mezzo.
«Così non va, bisogna reagire», ha aggiunto
Non ha proposto contromisure specifiche, ma da tempo fonti tedesche, italiane e di altri Paesi dell’Unione europea ricordano che senza i generosi finanziamenti dei fondi di coesione Ue (da cui il governo di Varsavia ad esempio ricava un terzo della crescita annua del Pil) la situazione economica e sociale nell’est dell’Unione sarebbe ben diversa.
E’ ora che si ponga il veto a questi finanziamenti: chi non vuole aiutare le persone che fuggono dalle guerre non ha titoli morali per pretendere sostegni alla loro economia.
Si arrangino da soli e ritornino nel fango da cui provengono.
(da agenzie)
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