LA TRATTATIVA CON ITALIA VIVA: ARRIVA IL SEGNALE SULLA GIUSTIZIA, CONTE ASSICURA PRIORITA’ SU INFRASTRUTTURE E SEMPLIFICAZIONE
SI APRE LA PARTITA SULLE PRESIDENZE DI COMMISSIONE E RIMANE IL TEMA DI UN TERZO MINISTERO AI RENZIANI
“Tutto è bene quel che finisce bene” commenta un senatore di Italia viva appena Matteo Renzi ha finito di parlare, ha graziato Alfonso Bonafede, non ha aperto una crisi di governo. “Per ora”, aggiunge subito dopo.
Disinnescato l’ennesimo penultimatum al governo, tenuto fino alla dichiarazione di voto del leader di Italia viva sul filo del rasoio dei presunti voti determinanti del suo partito.
Decisivo il faccia a faccia di ieri tra Giuseppe Conte e Maria Elena Boschi, nascosto dai rispettivi staff attraverso i quali non è mai giunta conferma ufficiale.
La capogruppo di Italia viva è uscita molto soddisfatta, la trattativa si è sbloccata. E’ a quel punto che il premier ha deciso di sciogliere la personale riserva e sedersi nell’aula del Senato accanto al suo ex allievo e ministro della Giustizia.
Una mossa scenografica, certo, per ribadire il sostegno al suo Guardasigilli, sapendo già di non rischiare più il collo. Ma anche un modo per riconoscere politicamente Renzi e il suo intervento, assicurandogli con la prossemica ancor prima che nei fatti il maggior riconoscimento politico richiesto.
Una trattativa complicata, giocata su più piani. Che si è sbloccata quando Conte, dopo essere stato in contatto costante con via Arenula, ha potuto assicurare alla plenipotenziaria di Renzi il segnale politico sulla giustizia tanto atteso.
“E’ fondamentale un processo dai tempi certi e ragionevoli”, ha spiegato Bonafede. Offrendo poco più che una bandiera bianca sulla prescrizione: “In maggioranza su questo tema ci siamo divisi, sarà importante una commissione ministeriale per valutare l’efficacia della riforma, perchè la garanzie della difesa e la ragionevole durata dei processi dono due punti imprescindibili”.
Il passaggio significativo è arrivato subito dopo. Una delle accuse più puntute di Italia viva al ministro è stata nei mesi quella di perseguire un’agenda esclusivamente grillina. E dunque sulle riforme il Guardasigilli ha assicurato che è “consapevole che occorre un confronto con le forze della maggioranza costante e approfondito, e una leale collaborazione”. “Questo il passaggio fondamentale”, dice uno dei colonnelli Iv in presa diretta.
Ma i renziani hanno forzato la mano anche sull’agenda del governo. Non è ancora chiaro se Conte si acconcerà a stilare un documento programmatico come richiesto dall’ex rottamatore.
Ma nell’incontro con la Boschi ha aperto a inserire come prioritarie una serie di questioni poste dal suo partito. Dal fisco alla scuola, passando soprattutto per infrastrutture e semplificazione burocratica, due temi fondanti del “piano shock” presentato da Italia viva e che saranno in gran parte recepiti nel prossimo decreto annunciato dal presidente del Consiglio. Oltre alla giustizia, ovviamente.
Gli interessati giurano e spergiurano che non sia stato elemento di trattativa, ma ha avuto un certo peso un’intesa di massima a considerare la sotto rappresentazione di Iv al governo con un riconoscimento nella prossima girandola delle presidenze di Commissione, in scadenza a giugno.
Alla Camera soprattutto, dove i numeri sono più agevoli e gli equilibri meno delicati. Non è un mistero che l’obiettivo sia quello di insediare Luigi Marattin alla guida della Bilancio. Ma i boatos di Palazzo accreditano anche Raffaella Paita ai Trasporti, Lucia Annibali alla Giustizia e la Boschi alle Riforme.
Le prime tre sono tra le sei a guida leghista, mentre le ultime due sono guidate dai 5 stelle. Una girandola che dovrà necessariamente tenere conto di Pd e Leu, e una possibile contrazione dei grillini che finora avevano goduto del vantaggio di aver insediato i propri uomini quando al governo i partiti erano solo due.
Sul rimpasto si vedrà . “Certo, se si apre quella discussione diremo la nostra”, spiega un deputato. Ma in concreto i partner di maggioranza non hanno squadernato quel capitolo. La voce di Gennaro Migliore alla Giustizia in qualità di sottosegretario non tramonta.
Ma le ambizioni vere sarebbero di affiancare un terzo ministero a quelli già guidati da Teresa Bellanova e da Elena Bonetti. L’obiettivo, più che un ritorno della Boschi di cui pur si parla, sarebbero le Infrastrutture.
Complicato, se non irrealistico, visto che il dicastero è un portafoglio pesante in mano al Pd, e che cambiare lì significherebbe dare il via a una partita di domino dagli esiti difficilmente prevedibili.
(da “Huffingtonpost”)
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