LE FREGNACCE DI SALVINI SULL’ATTENTATO DI “UN GRUPPO UCRAINO” DIVENTANO UN CASO DIPLOMATICO
SE DEVE RACCONTARE BALLE ALMENO EVITI DI ACCUSARE INESISTENTI “TERRORISTI” DI ALTRI PAESI… LA NOTA DELL’AMBASCIATORE CHE CHIEDE GIUSTAMENTE LE SCUSE E’ SINTOMO DI UN’ITALIA RIDICOLA E SEMPRE PIU’ ISOLATA
Qualche giorno fa Salvini ha raccontato che la scoperta dell’arsenale dell’ex forzanovista Fabio Del Bergiolo e del missile aria-aria trovato nel magazzino della Star Air Service di Rivazzano Terme di proprietà Alessandro Michele Aloise Monti e Fabio Amalio Bernardi era merito suo. Perchè, ha detto il ministro dell’Interno, «l’ho segnalata io.
Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita».
La realtà dei fatti è naturalmente diversa.
In primo luogo nè Del Bergiolo nè Monti o Bernardi avevano mai pensato di attentare alla vita di Matteo Salvini.
In secondo luogo il missile ritrovato essendo aria-aria a guida radar (e senza testata esplosiva) non poteva essere utilizzato da un eventuale terrorista o attentatore a terra perchè per funzionare ha bisogno di essere lanciato da un ben preciso modello di areo da caccia.
Infine perchè quasi subito dopo la segnalazione da parte di un sedicente “ex agente del Kgb” che aveva fatto la soffiata alla Procura gli inquirenti si sono accorti che la minaccia nei confronti di Salvini e il presunto piano per colpirlo era senza «consistenza investigativa».
Eppure quel riferimento al “potenziale attentato da parte di stranieri contro di me” non ha fatto storcere il naso solo ai giornalisti.
L’Ambasciatore dell’Ucraina in Italia Evhen Perelygin, ha scritto a Matteo Salvini chiedendogli «di confermare o smentire le sue dichiarazioni» sul presunto «gruppo ucraino» che avrebbe pianificato un attentato contro di lui. La notizia che un gruppo ucraino stava progettando un “potenziale attentato” nei confronti di Salvini «ha allarmato l’Ucraina, la nostra Ambasciata, nonchè la comunità ucraina in Italia».
È naturale che gli ucraini non abbiano molto piacere a finire nell’elenco dei “cattivi” del nostro ministro dell’Interno, che si sa bene quali effetti sia in grado di produrre nell’opinione pubblica. Anche perchè — continua l’ambasciatore — «durante le mie numerose visite nelle regioni d’Italia i questori ed i prefetti che ho incontrato hanno sempre evidenziato l’alto rispetto che gode la comunità ucraina in Italia e la sua estraneità al crimine organizzato». Non c’è però solo la questione della rispettabilità della pacifica comunità ucraina che vive in Italia.
A Kiev non è certo sfuggito il fatto che la Lega e la Russia di Putin abbiano rapporti sempre più stretti.
L’Ambasciatore nella sua lettera non fa menzione del caso Moscopoli ma è fuori di dubbio che le visite di Gianluca Savoini in Crimea e la posizione di Salvini sulle sanzioni economiche a Mosca non siano certo viste di buon occhio.
In un contesto così delicato sarebbe stato quindi meglio evitare di aumentare la tensione con l’Ucraina. E l’Ambasciatore qualche sassolino dalla scarpa non rinuncia a toglierselo quando dopo aver fatto notare che tra i nomi delle persone indagate e arrestate non c’è alcun cittadino ucraino scrive che «abbiamo notato il lavoro del Tribunale di Genova che ha emesso le condanne nei confronti di un gruppo di combattenti italiani filorussi di estrema destra che affiancavano i separatisti russi nel Donbas contro il Governo ucraino».
(da “NextQuotidiano”)
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