LE MANI DI SALVINI SULLA SANITA’ LOMBARDA: IL RE DELLA LOTTIZZAZIONE E’ LUI
COSI’ SCEGLIE I DIRIGENTI DEGLI OSPEDALI… SEQUESTRATO UN DOCUMENTO NELL’INCHIESTA SU EXPO’ CON LA SPARTIZIONE DELLE POLTRONE DELLA SANITA’
I magistrati che indagano sugli appalti dell’Expo e della sanità lombarda hanno sequestrato la lista segreta della «lottizzazione» politica dei grandi ospedali della regione, con la mappa della spartizione delle poltrone di vertice tra la Lega, Cl e Forza Italia.
Lo rivela L’Espresso nel numero in edicola.
I documenti sono stati scoperti dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Milano durante una perquisizione di un dirigente sanitario di area leghista.
Nella lista compaiono i nomi di tutti i direttori generali delle 15 Asl e dei 30 ospedali pubblici più importanti della Lombardia, che guadagnano 15 mila euro lordi al mese. Accanto a ogni nome, c’è la sigla di un partito: 20 hanno la targa della Lega, altri 24 del Pdl, solo uno viene collegato al Pd, ma è stato rimosso.
In un secondo elenco, sequestrato allo stesso manager leghista, i direttori degli ospedali lombardi vengono collegati direttamente ai loro presunti protettori politici: come «fedelissimi di Salvini», ad esempio, vengono etichettati una decina di dirigenti della sanità regionale, tra cui spicca il responsabile della ricchissima Asl di Milano.
I carabinieri hanno sequestrato la mappa della spartizione della sanità regionale, con le pagelle di fedeltà dei vari manager. Ecco chi ha “piazzato” più fedelissimi nei posti di potere. E il segretario del Carroccio pesa più del governatore Roberto Maroni
Al governatore lombardo Roberto Maroni la lista attribuisce invece una presunta quota personale di sei direttori generali.
Negli stessi documenti compaiono anche annotazioni scritte a penna sulla maggiore o minore «disponibilità » del manager pubblico verso il partito, sintetizzate in giudizi come «fedelissimo», «bravo», «cane sciolto» o «pessimo», con l’indicazione dei politici in grado di «allinearli» alla Lega.
Queste carte riservate sulla spartizione politica delle nomine sanitarie sono state compilate probabilmente nel 2013, prima degli arresti per le tangenti dell’Expo, partendo da atti interni della Regione Lombardia.
Dei 45 direttori generali citati nella lista sequestrata, 38 sono tuttora in carica, compreso un nutrito gruppo di indagati e in qualche caso già condannati.
Tra i 24 manager pubblici con la targa dell’allora Pdl c’è un’ulteriore divisione in due correnti, con sponsor politici diversi: Cl e Forza Italia.
A gestire questi ultimi, sempre secondo i documenti sequestrati al manager leghista, era Gianstefano Frigerio, l’ex parlamentare di Forza Italia, già pregiudicato di Tangentopoli, che è stato riarrestato nel maggio 2014 e poi condannato non solo per le corruzioni dell’Expo, ma anche con l’accusa di aver truccato appalti da decine di milioni di euro proprio nei grandi ospedali lombardi.
L’inchiesta sugli affari politici nella sanità è tuttora in corso.
Paolo Biondani
(da “L’Espresso”)
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