L’ECONOMIA ITALIANA, UNICA IN EUROPA, ARRETRA ANCORA: PIL -0,1%, L’EFFETTO RENZI CONTINUA
TREDICESIMO CALO CONSECUTIVO, SOLO CIPRO MALE COME NOI
L’Italia resta in recessione. Nel terzo trimestre del 2014 il Pil cala dello 0,1% dopo il -0,2% fatto registrare nel periodo aprile-giugno e la variazione nulla nei primi tre mesi dell’anno.
Ancora più pesante il dato sullo stesso periodo del 2013: -0,4%.
A fine settembre, dunque, la variazione acquisita per l’anno è pari a -0,3%. Con il dato di oggi si allunga la serie negativa dell’economia italiana che ormai non cresce più da 13 trimestri, oltre tre anni: l’ultima dato positivo, infatti, risale al secondo trimestre del 2011.
Nel dettaglio, il calo congiunturale registrato dal Pil nel terzo trimestre è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in agricoltura e industria e di un aumento nei servizi.
Dal lato della domanda: contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) parzialmente compensato da quello positivo della componente estera netta. Il terzo trimestre del 2014 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero rispetto al terzo trimestre del 2013.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dell’1,2% negli Stati Uniti e dello 0,7% nel Regno Unito.
In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,9% negli Usa e del 3% nel Regno Unito.
Segnale di ripresa arrivano anche dal resto d’Europa: la Francia ha registrato una crescita congiunturale dello 0,3%, sopra le attese che parlavano di un aumento limitato allo 0,1%; la Germania con un segno positivo dello 0,1% ha scongiurato la recessione dopo lo 0,1% del secondo trimestre.
Eurozona. Segnali di ripresa, nel terzo trimestre dal Pil della zona euro e dell’Ue-28: tra giugno e settembre l’economia è cresciuta rispettivamente di 0,2% e 0,3%, rispetto al +0,1% e +0,2% del trimestre precedente.
L’Italia è l’unico paese con crescita negativa assieme a Cipro (-0,4%). Su base annua il Pil della zona euro è salito di 0,8% e quello dell’Ue di 1,3%.
(da “la Repubblica”)
Leave a Reply