TOR SAPIENZA, FARSA LEGHISTA: BORGHEZIO SI FERMA IN PASTICCERIA A BERSI UN CAPPUCCINO A DUE CHILOMETRI DAL CENTRO
DICE: “NON VOLEVO CREARE PROBLEMI”, MA IN REALTA’ GLI ABITANTI GLI AVEVANO FATTO SAPERE CHE NON ERA GRADITO
Un cappuccino a Tor Sapienza “scortato” da esponenti di Casa Pound (povero Ezra, vedere il suo nome abbinato a simile patacca padagna)
La discesa della Lega nord a Roma, cavalcando l’ondata di proteste anti-immigrati, si riduce ad un appuntamento con i giornalisti al bar-pasticceria.
Niente incontro con i comitati di cittadini, nè tanto meno – come aveva annunciato nei giorni caldi degli scontri a Tor Sapienza – “la mia diretta vicinanza nei confronti dei cittadini italiani che si sentono assediati nei loro quartieri, vessati da degrado, immigrazione clandestina, sporcizia e totale assenza di sicurezza”.
La sua visita si limita a una tazza di spumoso latte macchiato e caffè.
Il leghista – sceso a Roma prima dell’annunciata visita di Salvini – aveva detto: “Visiterò due zone difficili della capitale – precisa Borghezio – finite sotto i riflettori in questi giorni. La mattina mi recherò a Tor Sapienza, dove incontrerò gli abitanti del quartiere che difendono il loro sacrosanto diritto a vivere nella sicurezza e nella tranquillità , portando loro anche la solidarietà del segretario Matteo Salvini”.
Ma l’incontro non è avvenuto.
Andrà dai comitati? gli chiedono i giornalisti.
“Io sono venuto a parlare con le persone che incontro qua, non voglio andare a rompere le scatole al centro o a chi non mi ha invitato”
«Dal sentore che ho i cittadini non accoglierebbero bene Borghezio perchè si sentono abbandonati e pensano che queste loro visite siano un pò di convenienza. Infatti è andato in un bar non qui per strada. Noi vogliamo fatti, non la passeggiata, non c’è bisogno di venire qui solo quando succedono le cose». Lo dice Roberto Torre, vicepresidente del Comitato di Quartiere Tor Sapienza.
«Sgomberare il centro completamente sarebbe una sconfitta dello Stato, lo Stato si è arreso alla violenza, ma sono facinorosi perchè Tor Sapienza non è nè razzista nè violenta, semplicemente i suoi abitanti sono esasperati», conclude Torre.
Un altro abitante della zona: «State correndo tutti dietro a Borghezio – ha detto il giovane riferendosi ai giornalisti – ma questa gente con le nostre periferie non c’entra niente. E noi non vogliamo essere presi in giro».
I migranti hanno voluto esprimere a loro volta le loro ragioni in una lettera aperta.
“Tutti parlano di noi in questi giorni, siamo sotto i riflettori: televisioni, telegiornali, stampa. Ma nessuno veramente ci conosce” scrivono gli immigrati. “Noi siamo un gruppo di rifugiati – continua la lettera – 35 persone provenienti da diversi Paesi: Pakistan, Mali, Etiopia, Eritrea, Afghanistan, Mauritania…Non siamo tutti uguali, ognuno ha la sua storia; ci sono padri di famiglia, giovani ragazzi, laureati, artigiani, insegnanti… ma tutti noi siamo arrivati in Italia per salvare le nostre vite. Abbiamo conosciuto la guerra, la prigione, il conflitto in Libia, i talebani in Afghanistan e in Pakistan. Abbiamo viaggiato, tanto, con ogni mezzo di fortuna, a volte con le nostre stesse gambe; abbiamo lasciato le nostre famiglie, i nostri figli, le nostre mogli, i nostri genitori, i nostri amici, il lavoro, la casa, tutto. Non siamo venuti per fare male a nessuno”.
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