LEGA E M5S NON VOGLIONO CONSULTAZIONE SULLA TAV: CHIAMPARINO PROVA A STANARLI
DEPOSITATA LA RICHIESTA PER UN ELECTION DAY… SALVINI E DI MAIO SAREBBERO COSTRETTI A SCHIERARSI, MA A LORO SERVE CONTINUARE A ILLUDERE I RISPETTIVI ELETTORATI
Sia che si tratti di un referendum sia che si parli di una consultazione popolare sulla Tav, di certo la richiesta depositata oggi dal presidente del Piemonte Sergio Chiamparino ha tutta l’aria di essere respinta.
Il motivo è politico. Nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte ha scongiurato la crisi di governo trovando un cavillo giuridico che ha permesso di avviare i bandi della Tav rinviando nello stesso tempo la decisione di sei mesi.
E a questo punto Lega e M5s non hanno alcuna intenzione di misurarsi con una consultazione popolare che li costringerebbe a prendere una posizione chiara in un momento in cui i due partiti di maggioranza vorrebbero parlarne il meno possibile rinviando il dossier a dopo le elezioni Europee.
E soprattutto, per quanto riguarda la Lega, a dopo il voto in Piemonte poichè il Carroccio, che punta alla conquista della regione, finirebbe sotto l’attacco di tutto il fronte ‘Sì Tav’ che accusa Matteo Salvini di voler bloccare l’opera per restare al governo con Luigi Di Maio.
Elezioni europee e voto regionale saranno a fine maggio, nei giorni in cui, inevitabilmente, Conte dovrà dialogare con l’Europa e con la Francia e trovare una sintesi tra le due opposte visioni di Lega e M5s.
La situazione è talmente complicata che, per adesso, il premier preferisce non nominare un commissario per la Tav.
Intanto il dossier è tutto in mano a lui che smentisce anche l’idea di una mini-Tav mentre il paese di Emmanuel Macron ribadisce “l’impegno ad attuare il trattato bilaterale”.
Tuttavia il giorno è arrivato. Nel day after dell’avvio dei bandi, Chiamparino mette alla prova il governo depositando al ministro dell’Interno la richiesta di accorpare la consultazione popolare sulla Torino-Lione alle elezioni Regionali ed Europee.
Un election day che, secondo il presidente del Piemonte, permetterebbe “di ottenere la necessaria garanzia di regolarità e nel contempo di conseguire un significativo risparmio di risorse”.
Se ieri il ‘no’ al referendum era arrivato dal viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, oggi arriva da tutto il governo e dai due partiti.
Anche il premier Giuseppe Conte ha escluso l’idea spiegando che un referendum non è previsto. In effetti per indire un referendum regionale è necessario modificare lo statuto regionale e per farlo occorrono almeno sei mesi.
Anche il vicepremier leghista replica a Chiamparino: “Il referendum? Magari… ma Chiamparino ignora che non si può perchè manca la legge della Regione”. I 5Stelle piemontesi alzano un muro: “La consultazione popolare è una farsa”.
In questo caso, come per i “bandi” diventati “avvisi”, il nodo della questione però è semantico.
Chiamparino, come ha avuto modo di chiarire, non parla di referendum, ma di consultazione popolare per indire la quale non serve modificare lo statuto regionale, ma semplicemente il via libera del Viminale.
Negli uffici del ministero dell’Interno si sta ragionando su questo caso che sarebbe il primo nella storia.
Sono state rilevate già parecchie difficoltà che porterebbero a respingere la richiesta. Per esempio, viene fatto notare, bisogna vedere in che modo va fatto e soprattutto se può avvenire contestualmente al voto delle elezioni Europee, se si possono o meno utilizzare i seggi statali pagati dallo Stato per svolgere una consultazione regionale.
Per ora quindi appare difficile che passi la proposta di Chiamparino che potrebbe rubare alla Lega, finita in questa ambiguità di governo, i voti dei favorevoli alla Tav.
(da “Huffingtonpost”)
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