LETIZIA MORATTI: “NON PRENDO IN CONSIDERAZIONE UNA FATTISPECIE DIVERSA DALLA VITTORIA”
“CON GLI EX LEGHISTI IL DIALOGO È APERTO”… LE BORDATE A FONTANA SULLA SANITÀ E IL PRIMO PROVVEDIMENTO SE FOSSE ELETTA: “UN ACCORDO DI PROGRAMMA PER PORTARE IN LOMBARDIA I MILLE MILIARDI CHE LA COMUNITÀ FINANZIARIA DI LONDRA MI HA DETTO DI ESSERE DISPOSTA A DARE”
Letizia Moratti, è delusa dal Pd che invece di raccogliere il suo invito, in Lombardia ha scelto l’alleanza con i Cinque stelle?
«Rispetto le scelte dei partiti, ma mi sembra una decisione strana: nel Lazio hanno scelto di allearsi con il Terzo polo, in Lombardia con il M5S ma il Movimento è più forte nel Centro Sud che al Nord».
Accoglierà i transfughi leghisti nella sua lista?
«Anche con loro posso solo dire che il dialogo è aperto».
Il prossimo presidente della Lombardia sarà un governatore-sindaco?
«I lombardi valuteranno bene la persona più che i partiti di appartenenza. Si tratta di saper amministrare. Avere esperienza e competenza e capacità di gestire situazioni complesse. Credo di averlo dimostrato».
Cosa che, secondo lei, l’attuale governatore Attilio Fontana non ha saputo fare.
«La Lombardia non cresce da dieci anni. Due province sono sotto la media del Pil italiano e due sono al limite. L’indice di competitività è sotto la media europea. C’è un elevato numero di giovani che non studiano e non lavorano. In Italia, siamo la penultima regione per investimento in cultura. Non direi che la Lombardia stia brillando».
Perché tutte queste cose le dice solo adesso?
«Sono stati due anni molto faticosi nei quali ho dovuto concentrarmi soprattutto sulla sanità. Ho visto diverse cose che non funzionavano, ma in Regione si lavora molto per compartimenti stagni e non c’è stata la possibilità di esplicitarle. Ho la coscienza a posto».
Quando ha lasciato l’assessorato al Welfare ha sostenuto che non esisteva nemmeno una mappatura delle liste di attesa. Fontana afferma che è falso.
«Confermo che non esisteva una mappatura delle liste di attesa. Per struttura, per patologia e per giorni di sforamento. Ho creato una task force, ho messo sotto controllo le strutture. Tanto è vero che le delibere sulle liste di attesa le ho fatte io. Dopo la prima delibera il rispetto dei tempi di attesa degli interventi oncologici è passato dal 60%, che era una vergogna, all’80%. È stato fatto un primo passo»
Se fosse eletta, quale sarebbe il primo provvedimento?
«Un accordo di programma per portare in Lombardia i mille miliardi che la comunità finanziaria di Londra mi ha detto di essere disposta a dare».
Se non vincerà, resterà in Consiglio regionale a fare opposizione?
«Non prendo in considerazione una fattispecie diversa dalla vittoria».
Quali sono in sintesi i punti del suo programma
«Sanità, servizi, sicurezza».
La sua candidatura sarà un ponte per un nuovo progetto politico?
«Non ho alcuna ambizione a livello nazionale, ma è un progetto che può andare oltre i confini regionali».
Cosa risponde a Majorino che ha proposto un confronto pubblico?
«Con Majorino e Fontana, non vedo l’ora».
(da La Repubblica)
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