LICENZIATA PERCHE’ MALATA DI CANCRO: PATRIZIA VINCE LA SUA BATTAGLIA SUL WEB E TORNA AL LAVORO
LA MULTINAZIONALE AMERICANA DELLA CHIMICA LYONDELL BASELL COSTRETTA ALLA MARCIA INDIETRO… “RIASSETTO ECONOMICO” LA SCUSA ADOTTATA DALL’AZIENDA
Patrizia ha vinto la sua battaglia: la dipendente di Brindisi, cacciata dalla sua azienda dopo essersi ammalata di cancro, la settimana prossima tornerà a lavoro.
La Lyondell Basell, società chimica americana che produce polipropilene e opera all’interno del petrolchimico dell’area industriale pugliese, ha deciso di rinunciare alla procedura di licenziamento avviata lo scorso autunno.
E di assegnare un nuovo incarico all’impiegate 52enne.
Merito delle azioni legali intraprese dalla donna, della difesa dei sindacati e della Regione.
E delle tante iniziative nate spontaneamente a suo sostegno.
In primis, la petizione lanciata su Change.org che in poco tempo ha raccolto 80mila firme e attirato l’attenzione dei media sulla vicenda.
«Dopo tre mesi di buio è arrivato finalmente il ritorno alla vita. Sono felicissima di riavere il mio lavoro, ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutata», ha dichiarato la diretta interessata dopo la firma dell’accordo.
Dopo 25 anni di carriera Patrizia si era vista recapitare negli scorsi mesi la notifica di avvio della procedura di esubero.
Ufficialmente per ragioni legate al riassetto economico dell’azienda, a detta della donna «perchè affetta da cancro».
Subito è cominciata una vertenza, ma i primi incontri e un tentativo di conciliazione davanti alla Direzione provinciale del lavoro si erano risolti in un nulla di fatto.
L’impiegata, che nell’azienda aveva un incarico di addetta alla contabilità , aveva anche rifiutato un indennizzo economico importante (pari a 27 mensilità , più di quanto previsto dalla legge), pur di riavere il suo lavoro.
Alla fine ha avuto ragione: la Lyondell ha fatto marcia indietro, la procedura di licenziamento è stata sospesa e l’esonero dal servizio revocato.
L’accordo firmato dalle parti prevede il distaccamento in un’azienda del gruppo che si trova nello stesso stabilimento per 6 mesi, e poi l’assunzione a tempo indeterminato al termine di questo periodo.
Senza trasferimenti e disagi, mantenendo l’anzianità di servizio e il livello di retribuzione. «Abbiamo difeso con coraggio e con tenacia la sua dignità di donna e di lavoratrice, questa è una grande vittoria», spiega soddisfatto l’avvocato Giuseppe Giordano, che l’ha assistita nella vicenda.
«Certo — conclude il legale — forse questa soluzione poteva essere trovata prima, senza arrivare allo scontro. Ma tutto è bene quel che finisce bene».
Da lunedì comincia una nuova avventura, al suo vecchio lavoro.
In fondo Patrizia chiedeva solo di riavere la sua vita.
Lorenzo Vendemiale
(da “La Stampa”)
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