LOBBY, QUEL REGISTRO DI TRASPARENZA CHE IN ITALIA MANCA
NON ESISTE UN DATABASE PER I GRUPPI DI PRESSIONE, COME IN ALTRI PAESI D’EUROPA E NEGLI STATES… A BRUXELLES NE SONO REGISTRATE 7.000
Attualmente in Italia mancano le norme per re
golarmentare il lavoro delle lobby e gruppi di pressione nelle dinamiche politiche. Anche in Parlamento l’argomento è assolutamente ignorato, volontariamente o non, con a malapena 11 disegni di legge presentati sull’argomento.
Oltre ad avere un buco normativo, l’Italia sembra essere anche molto indietro, specialmente rispetto al contesto europeo.
A Bruxelles, l’Unione Europea ha creato un apposito Registro per la Trasparenze, con il semplice scopo di “offrire ai cittadini un accesso unico e diretto alle informazioni su chi svolge attività tese a influenzare il processo decisionale dell’UE, sugli interessi perseguiti e sulle risorse investite in tali attività “.
A differenza degli Stati Uniti in cui l’iscrizione per i gruppi di pressione è obbligatoria, il registro europeo è facoltativo, unico grande limite dell’iniziativa. Nonostante ciò, molti dati e informazioni sono fornite ai cittadini del Vecchio Continente, con la possibilità di liberamente navigare il database delle lobby Ue.
Oltre il 20% hanno sede legale in Belgio, primo fra i Paesi Ue, seguito da Germania (12,21%) e Francia (10,05%).
Quelle che hanno sede Italia sono 602, l’8,07% del totale. 595 soggetti, quasi il 9%, hanno sede fuori dall’Unione Europea, specialmente in Nord America (il 30% di quelle straniere) e in India.
(da “Openpolis“)
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