L’UCRAINA RICONQUISTA A CHERSON I TERRITORI CHE LA RUSSIA SI E’ ANNESSA CON I REFERENDUM
KIEV CONTINUA AD AVANZARE: “MARCEREMO FINO AL MAR NERO”
Gli ultimi in ordine di tempo sono Novovoskresenske, Novogrygorivka e Petropavlivka. Tre villaggi che si trovano nella regione di Cherson, a sud del paese. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato la loro riconquista. O meglio, la liberazione.
A dispetto della legge che Vladimir Putin ha firmato mercoledì per annettere le quattro regioni alla Russia dopo i referendum-farsa. Mosca ha incorporato circa il 18% del territorio di Kiev.
Ovvero l’equivalente del Portogallo, nella più grande annessione dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Ma oggi deve sostenere l’assurdo logico di aver perso i territori appena conquistati. Mentre 30 mila soldati russi rischiano di rimanere intrappolati nella regione. E la prima linea ucraina si pone obiettivi mai immaginabili il 24 febbraio: «Marceremo fino al Mar Nero».
L’agenzia di stampa Reuters racconta che la Russia ora si trova di fronte a un bivio. Putin e altri funzionari hanno detto che possono usare le armi nucleari per proteggere il territorio della Russia. Ma Kiev non sembra impressionata dalla possibilità di vedere un’arma atomica tattica esplodere da qualche parte nel suo territorio.
E lo stesso Zelensky si è rivolto in russo ai soldati di Mosca: « Gli ucraini sanno per cosa stanno combattendo. E sempre più cittadini russi si stanno rendendo conto che devono morire semplicemente perché una persona non vuole porre fine alla guerra».
Le mappe che fanno circolare i russi sono la cartina di tornasole della loro confusione. Quella dell’Ucraina pubblicata dall’agenzia di stampa statale Ria Novosti includeva l’intero territorio delle province.
Ma alcune parti erano etichettate come ancora sotto il controllo di Kiev. Le forze ucraine hanno riconquistato migliaia di chilometri quadrati dall’inizio di settembre. I russi si sono ritirati dopo il crollo della linea del fronte. Prima nel nord-est e poi al sud.
L’annessione rimangiata
Mercoledì Putin ha firmato le le leggi che ratificano l’annessione della regioni ucraine occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Cherson alla Federazione russa dopo l’esito del referendum svolto fra il 23 e il 27 settembre.
Kiev ha risposto annunciando l’inizio della liberazione del Lugansk. Il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, ha affermato che «le cosiddette leggi non valgono neppure la carta su cui sono state firmate. L’Ucraina riprenderà tutti i suoi territori».
Il Corriere della Sera pubblica oggi un reportage dalla prima linea del fronte. Gli ufficiali dicono che il loro obiettivo finale è arrivare fino al Mar Nero. Kiev ha colpito un albergo dove si ritrovano spesso alti ufficiali dell’esercito e dei servizi russi dell’Fsb a Cherson. «È andata male agli occupanti russi che si godevano la sauna e la piscina. Oggi è stato colpito il Ninel Hotel di Cherson dove alti ufficiali dell’Fsb e alti ranghi militari amavano trascorrere il tempo», ha scritto un consigliere della regione , Serhii Khlan.
Secondo testimonianze locali nell’attacco sarebbero stati uccisi sette russi, fra cui 5 ufficiali dell’Fsb e due dell’esercito. Diversi canali Telegram locali mostrano immagini dell’obiettivo.
(da agenzie)
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