MA CHE BRAVI BALNEARI: AGGREDITI UTENTI CHE CERCAVANO DI ATTRAVERSARE LO STABILIMENTO BALNEARE PER ARRIVARE ALLA SPIAGGIA LIBERA
IL PASSAGGIO E’ CONSENTITO DALLA LEGGE E NON PUO’ ESSERE RICHIESTO ALCUN PAGAMENTO
A Ostia (Roma) sei attivisti dell’associazione Mare Libero sono stati aggrediti da un bagnino dello stabilimento Marechiaro per aver cercato di accedere alla spiaggia libera attraverso un varco pubblico che dà sul tratto di litorale gestito dalla società Kelly’s Srl.
Appena messo piede sulla parte in gestione alla Marechiaro, ai sei è stato richiesto il pagamento di un “pedaggio” di 10 euro:
«Ci fermano e ci dicono che è una spiaggia privata, per entrare bisogna pagare» hanno raccontato gli attivisti a la Repubblica, chiedendo di rimanere anonimi.
«Abbiamo fatto presente che era un varco pubblico e che non potevano chiedere i soldi, loro hanno risposto che quando si entra in casa privata si saluta, dimenticando il fatto che le spiagge non sono proprietà private ma sono date in concessione e la legge prevede che non bisogna pagare per andare sulla battigia», hanno spiegato.
Secondo il racconto dei sei, in poco tempo, altri dipendenti dello stabilimento sono accorsi sulla scena, posizionando accanto all’ingresso un cartello che specifica come quel varco sia pubblico: «Lo hanno messo subito dopo che ci hanno visti e ci hanno detto che lo stavano spolverando. In pratica hanno privatizzato il varco pubblico e questo è reato. Infatti si sono innervositi, erano in otto, e hanno subito chiesto perché stavamo dando fastidio».
Nel frattempo, sul luogo è arrivata anche la polizia locale. Alla richiesta degli attivisti di spiegare perché il cartello non era presente prima, un assistente bagnanti si è innervosito: «Perde la pazienza, alza la voce, ci urla di andare e di dargli retta, poi da due ceffoni sul braccio a uno di noi pur essendo trattenuto dai vigili e afferra uno dei nostri e sotto gli occhi di un agente di polizia locale lo scaraventa sul marciapiede fuori dallo stabilimento provocandogli una ferita sanguinolenta al ginocchio», hanno raccontato i sei.
(da agenzie)
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