MA QUANTI SONO GLI “IMPRESENTABILI” IN LIGURIA?
SONO BEN 12 I CANDIDATI INDAGATI, MA TUTTI FANNO FINTA DI NULLA… SE ELETTI E CONDANNATI DECADREBBERO… E VOTA ANCHE LA ‘NDRANGHETA
In Regione Liguria, quasi nessuno lo ricorda, vi sono 11 consiglieri uscenti indagati per peculato che hanno pensato bene di non fare alcun passo indietro e che gli elettori ora si ritrovano candidati alle elezioni di domenica.
Dall’elenco dei presunti reprobi rinviati a giudizio per i rimborsi fasulli in Regione sono infatti riemersi ben 11 nomi, sparpagliati in sei liste differenti.
Guida la classifica dei partiti Forza Italia, che ne ha arruolati quattro.
Raffaella Della Bianca, tornata all’ovile dal gruppo misto dove si era ritirata in polemica con gli organi direttivi del partito ligure; Aldo Siri, ex Lista Biasotti; l’imperiese Marco Scajola, nipote dell’ex ministro Claudio, e il capogruppo in Regione, il savonese Marco Melgrati.
Nella stessa famiglia politico-elettorale la Lega Nord schiera due pezzi da novanta finiti sotto osservazione da parte della procura: il capogruppo uscente Edoardo Rixi, silurato come candidato governatore dall’accordo Berlusconi-Salvini che ha designato Giovanni Toti, e il segretario regionale del Carroccio e consigliere in via Fieschi, Francesco Bruzzone, che si presenta a Genova e a Savona.
Due inquisiti anche nel Pd di Raffaella Paita, a sua volta indagata ma per una vicenda del tutto diversa, l’alluvione del 9 ottobre 2014.
Sono Massimo Donzella, ex Udc confluito nel partito di Burlando, e — nel listino Liguri per Paita presidente — Matteo Rossi, assessore allo sport, di provenienza Sel.
Ancora nello schieramento di sinistra, la Lista Liguria Cambia candida un personaggio controverso, l’ex sindaco di Rapallo e consigliere regionale uscente Armando Ezio Capurro, nella precedente tornata elettorale eletto nella lista Noi per Claudio Burlando.
Fratelli d’Italia propone come capolista l’ex Forza Italia Matteo Rosso, medico genovese che aveva sostenuto il leghista Rixi nel tentativo, fallito, di scalare la candidatura a governatore.
Ancora a destra Area Popolare — connubio tra Udc e Ncd — schiera Gino Garibaldi, e rinuncia ad altri due inquisiti eccellenti che sedevano in via Fieschi, Franco Rocca ed Alessio Saso.
Saso era stato aperto sostenitore della giunta Burlando nell’ultima fase politica ed era sceso in campo a fianco di Raffaella Paita durante le primarie del Pd.
Cinque degli otto candidati governatori hanno alle spalle liste vergini da personaggi che stanno facendo i conti con la giustizia.
A sinistra, L’altra Liguria di Antonio Bruno, il Partito Comunista dei Lavoratori di Antonio Piccardi e Rete a Sinistra di Luca Pastorino.
Al centro-destra Liguria Libera di Enrico Musso.
E infine il Movimento 5 Stelle di Alice Salvatore.
Ricordiamo che sulla base della legge Severino, in caso di condanna in primo grado, gli indagati per peculato decadrebbero automaticamente dalla carica regionale, indipendentemente dalla entità della pena.
Poiche il processo dovrebbe chiudersi al massimo entro il 2017, c’è il concreto rischio che si vadano ad eleggere dei consiglieri e/o presidenti “abusivi” che coprirebbero per due anni una carica (con relativa remunerazione da 8.000 a 10.000 mensili) senza averne titolo.
Agli 11 indagati per peculato va aggiunta l’indagata ( in questo caso per l’alluvione) Raffaella Paita..
Non solo: ci sono poi i voti sospetti della criminalità organizzata che possono risultare decisivi per far eleggere in Regione consiglieri di loro gradimento, come gia avvenuto in passato, specie nel ponente ligure.
E tanto per non farci mancare nulla, si parla di un sostegno della ‘ndrangheta ad almeno cinque candidati di tre liste differenti.
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