MARCO TRAVAGLIO: SACRIFICI UMANI
PER L’AGOGNATA PACIFICAZIONE TRA GUARDIE E LADRI
Non c’era miglior modo per solennizzare l’anniversario dell’8 settembre ’43, simbolo dell’Italia voltagabbana e opportunista: se 70 anni fa Real Casa e Badoglio si giocarono la faccia e il futuro con l’armistizio, il cambio di alleanza e l’immortale annuncio “la guerra continua”, ovviamente dalla parte opposta, anche oggi è tempo di sacrifici umani per garantire l’agognata “pacificazione”.
Non più fra italiani e angloamericani, ma fra guardie e ladri.
L’altro giorno Sallusti ha sferrato sul Giornale un attacco suicida a Napolitano che lo salvò dagli arresti forzando le regole e le prassi, mentre con B. ancora non l’ha fatto.
Ieri un altro kamikaze, Fedele Confalonieri, ha tentato di farsi esplodere sul Senato con un’intervista al sito di Magna Carta ripreso dal Pornale: “La prova che la condanna di B. è aberrante è che io, che sono quello che firma i bilanci Mediaset, sono stato assolto”.
Ecco di cosa avranno parlato lui e Napolitano, nell’amorevole colloquio dell’altro giorno.
Naturalmente il disperato tentativo di immolarsi per l’amico Silvio è a costo zero (essendo già stato assolto, non può più essere riprocessato per lo stesso reato: ne bis in idem).
E addirittura controproducente: l’assoluzione di Confalonieri al processo Mediaset rafforza la condanna di B. e dimostra che i giudici non condannano alcuno perchè “non poteva non sapere” (“È fortemente plausibile” — scrive la Corte d’appello — che Confalonieri, per le sue cariche aziendali e la vicinanza a B. “fosse a conoscenza della frode e, violando i suoi precisi doveri, nulla abbia fatto” per fermarla; ma ciò non basta a condannarlo).
Non per questo il gesto del fedele Fidel è meno encomiabile e commovente.
Il novello Salvo d’Acquisto carica sulle sue spalle le colpe di Silvio (“prendete me”), subentrando nel ruolo di scudo umano a Paolo B., ormai inservibile dopo varie assoluzioni dai reati che invano confessava per conto del fratello finendo in galera al posto suo.
Alla nobile gara di solidarietà partecipa anche il pm veneziano Carlo Nordio, giocandosi quel che resta della sua credibilità aderendo come la carta moschicida alla tesi farlocca della non retroattività della Severino.
“Anche nella religione — sdottoreggia il giureconsulto lagunare — è così. È un po’ di tempo che la Chiesa dice: non pagare le tasse è un peccato mortale. Benissimo. Ora so che se non le pago vado all’inferno, ma da ora in poi. Non per quelle che non pagavo tanti anni fa”.
Già , un po’ di tempo. Quanti anni saranno che Mosè portò giù le tavole col VII comandamento “Non rubare”? Qualche mese, non di più.
Intanto Scalfari sfida le ire dei suoi lettori con l’affettuoso invito all’ex nemico B. perchè “chieda un provvedimento di clemenza”, nel qual caso “forse l’otterrebbe” dal suo amico Napolitano (suo di B. e di Scalfari).
A patto — si capisce — che “assicuri il percorso del governo per il tempo necessario” (a chi? Soprattutto a B. per farla franca e a Napolitano per non doversi dimettere).
E ci aiuti a liberarci della vera piaga che ammorba il Paese: “la sinistra movimentista e para-grillina” che vorrebbe “buttare giù il governo e andare alle elezioni”, col rischio che nemmeno stavolta diano l’esito sperato e costringano chi di dovere a un nuovo golpetto tipo Egitto.
Molto meglio un bell’armistizio, a suggello della trattativa Stato-Mediaset.
Seguirà monito para-badoglino: “Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare l’ìmpari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Berlusconi, comandante in capo delle forze alleate di Mediaset-Fininvest-All Iberian.
La richiesta è stata accolta. Conseguentemente ogni atto di ostilità contro le forze Mediaset-Fininvest-All Iberian deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno a eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.
Firmato: Badoglitano.
Marco Travaglio
(da “il Fatto Quotidiano”)
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