“MARRA ERA IL RASPUTIN DELLA RAGGI”: PARLA CARLA RAINERI, EX CAPO DI GABINETTO DELLA SINDACA
E’ IL TESTE CHIAVE NEL PROCESSO CHE VEDE IMPUTATA PER FALSO LA SINDACA DI ROMA
È ripreso il processo che vede imputata la sindaca di Roma, Virginia Raggi, accusata di falso per la nomina di Renato Marra alla guida della Direzione Turismo del Campidoglio.
Il giudice ha ascoltato Carla Romana Raineri, ex capo di gabinetto del Campidoglio: “Marra aveva un fortissimo ascendente sul sindaco – ha affermato durante la sua testimonianza – per lui erano stati coniati vari epiteti nell’ambiente, come Rasputin, Richelieu, eminenza grigia o sindaco ombra”.
La dichiarazione continua: “Raffaele Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco”. Raineri lamenta di essere stata assegnata a un ruolo, in concreto, del tutto irrilevante, perchè spogliato delle sue funzioni: “Il ruolo che mi era stato affidato era un guscio vuoto, trovai un gabinetto in cui le funzioni erano state sapientemente esportate verso due direzioni: Salvatore Romeo, che aveva delle deleghe molto singolari, come quella ai lavori di giunta e l’altra alle partecipate, e a Raffaele Marra. Il capo di gabinetto deve controllare la regolarità degli atti, in questa situazione era sorprendentemente surreale che non avessi neanche contezza del flusso informativo, nel gabinetto non arrivavano notizie”.
Nulli, secondo Raineri, i tentativi di farsi ascoltare da Virginia Raggi: “Ho cercato disperatamente di intercettare l’attenzione del sindaco su tanti temi, dai rifiuti alle partecipate, ma mi sentivo sempre solo rispondere ‘ne parli con il dottor Marra oppure ne parli con il dottor Romeo’. Non avevo la possibilità di dialogare con il sindaco – ha concluso Raggi, Marra e Romeo vivevano in simbiosi”.
“Per quanto riguarda il sindaco di Roma, io non conosco l’esito del processo, ma il nostro codice di comportamento parla chiaro e lo conoscete”.
Lo ha detto il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, in conferenza alla sede dell’Associazione stampa estera in Italia.
Ma cosa dice il codice etico? Nella sua ultima versione, approvata – pochi mesi dopo l’esplosione del caso in Campidoglio – a gennaio 2017 in caso di condanna la sindaca dovrebbe dimettersi.
La vicenda è legata alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Raffaele, che nel 2016 venne messo a capo del Dipartimento turismo del Campidoglio. La sindaca ha sostenuto di aver deciso, lei sola, ogni dettaglio della scelta, senza consultare il fratello del candidato che all’epoca era il suo braccio destro a Palazzo Senatorio.
Questa affermazione, però, secondo l’accusa sarebbe stata fatta “per occultare il reato commesso”.
Le sue parole, infatti, sembrano smentite dalle chat tra la sindaca e Raffaele Marra, nelle quali Raggi rimprovera al suo strettissimo collaboratore di averla “messa in imbarazzo” per aver scelto il fratello senza consultarla.
Raggi e Marra, secondo l’accusa, avrebbero violato il regolamento comunale che vieta la partecipazione dei funzionari nella nomina di parenti e prevede la valutazione “comparativa dei curricula degli aspiranti”.
(da agenzie)
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