MELONI, SALVINI E L’IMPOSSIBILE OMAGGIO AI MIGRANTI DI CUTRO
FINGERE COMPASSIONE PER QUEI CORPI CHE DA ANNI HANNO DIPINTO COME NEMICI MORTALI DELLA NOSTRA NAZIONE
Le bare di Cutro – quelle a cui il governo Meloni non ha avuto nemmeno il coraggio di rendere omaggio durante la sconcertante photo opportunity sul luogo del delitto – stanno in fondo a molte catene. Su quella, corta e determinante, dei fatti e dei non fatti di quella notte è, e sarà, relativamente facile fare luce.
Ma non bisogna per questo trascurare le altre: quelle politiche (le leggi sull’immigrazione: tutte securitarie e sostanzialmente razziste dalla Turco-Napolitano in poi, in una fuga verso il peggio in cui Minniti è l’anticamera di Salvini), e quelle culturali.
Quei corpi inermi, di cui ora la destra finge di avere compassione, sono i corpi di chi da anni è stato dipinto come nemico mortale della nostra nazione, bianca e “cristiana”.
Prendiamo il ministro della Guardia costiera – quel Matteo Salvini di cui l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi fu capo di Gabinetto al tempo dei Decreti sicurezza.
Ecco qualcuna delle sue uscite degli ultimi: “La sinistra, a livello mondiale, ha pianificato un’invasione, una sostituzione di popoli. Io non mi arrendo, io non ci sto”. “Lo ius soli in Italia non lo accetto, è una sostituzione di popoli, una immigrazione programmata”. “82.000 italiani l’anno scorso sono scappati all’estero per lavorare, un record. Intanto quest’anno sono sbarcati quasi 150.000 immigrati, senza lavoro. È in corso un tentativo di sostituzione di popoli, ma io non mi rassegno”. “È in corso un tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l’Italia da qualche secolo e che qualcuno vorrebbe soppiantare con decine di migliaia di persone che arrivano da altre parti del mondo”. “Con il flusso incontrollato di migranti è in corso un tentativo di sostituzione di popoli”.
È la teoria – insieme demenziale e criminale – della “sostituzione del popolo”: per cui l’etnia europea bianca e cristiana sarebbe minacciata da un complotto giudaico-massonico che la vuole sostituire con neri musulmani, spediti con i barconi sulle nostre coste.
Una teoria espressa in termini quasi identici nel Mein Kampf di Hitler, nelle rivendicazioni di Brenton Tarrant (lo stragista delle moschee neozelandesi) e, appunto, nelle parole di Salvini e dei suoi. L’attuale presidente della Camera Lorenzo Fontana denuncia “un annacquamento devastante dell’identità del paese che accoglie [i migranti]”; mentre l’altro Fontana, presidente della Lombardia, ha detto che “non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate”.
E la presidente del Consiglio (quella che per Enrico Letta e Stefano Bonaccini sarebbe capace) non è da meno.
Tra tantissime uscite, eccone una del 2016: “Prove generali di sostituzione etnica in Italia. Nel 2015 più di 100 mila italiani hanno lasciato la nostra Nazione per cercare fortuna all’estero. Di questi oltre il 30% sono giovani tra i 18 e 34 anni. In compenso, sempre nel 2015 sono sbarcati in Italia 153 mila immigrati, nella stragrande maggioranza uomini africani”.
La donna, madre, cristiana e bianca denuncia l’invasione degli uomini neri, e si è più volte detta sicura che in Italia ci sia “un disegno di sostituzione etnica”.
Come può essere credibile oggi la sua commozione su quei corpi neri? Come può esserlo la Meloni che difende il suo amico Orbán a spada tratta? Quell’Orbán che ha detto: “Dobbiamo affermare che non vogliamo che nella nostra società ci siano la diversità, la mescolanza. Non vogliamo che il nostro colore, le nostre tradizioni e la nostra cultura nazionale si mescolino con quelle degli altri. Non lo vogliamo. Non lo vogliamo affatto. Non vogliamo essere un paese dove ci sia diversità. Vogliamo essere quello che eravamo mille e cento anni fa”.
Hanno costruito la loro conquista del potere sull’odio per i corpi neri, sull’imprenditoria della paura. E ora che al potere ci sono arrivati, provano a costruire una società a loro immagine e somiglianza.
Un minuscolo indizio. è stato ripubblicato dal governo Meloni identico a quello precedente. Salvo che per l’obiettivo della costruzione “dialogo interculturale, attraverso iniziative che favoriscano un processo di scambio di vedute aperto e rispettoso fra persone e gruppi di origini e tradizioni etniche, culturali, religiose e linguistiche diverse, in uno spirito di comprensione e di rispetto reciproci”. Obiettivo sostituito con la “promozione e diffusione degli aspetti più qualificanti della cultura italiana, nella sua dimensione artistica, letteraria e storica, per rafforzare tra i giovani il senso di appartenenza alla Nazione e il ruolo da questa svolto nello sviluppo culturale mondiale”. Questo è il futuro che hanno in mente i fascisti del terzo millennio: che almeno non fingano di piangere sui corpi di quei temibili portatori di multiculturalismo, colpevoli di attentato all’identità italiana.
(da Il Fatto Quotidiano)
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