MICCICHE’ CANDIDA FRANCO MINEO, DEPUTATO USCENTE SOTTO PROCESSO PER RICICLAGGIO DI BENI MAFIOSI
L’ALLEATO DI FUTURO E LIBERTA’ SE NE FREGA DEL CODICE ETICO E METTE IN LISTA PERSONE IMPRESENTABILI COME LUI… FINI TACE E CHI PROTESTA NON CONTA UNA MAZZA
Franco Mineo, deputato regionale siciliano di Grande sud, raggiunto da un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e sotto processo per trasferimento fraudolento di beni con l’aggravante mafiosa (avrebbe riciclato beni riconducibili, secondo gli inquirenti, al boss Angelo Galatolo), sarà candidato nella lista di Grande sud alle prossime elezioni regionali siciliane.
A confermarlo sono stati i vertici regionali e provinciali del movimento arancione, Pippo Fallica e Giacomo Terranova, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palermo.
Mineo ha preso anche un impegno formale con il partito, annunciando le sue dimissioni dalla carica di parlamentare se eletto in caso di condanna anche in primo grado.
“Ovviamente noi speriamo – ha detto Terranova – in una risoluzione positiva della vicenda e nel giro di pochi mesi avremo un’idea chiara della portata della vicenda e delle sue conseguenze. Altre soluzioni sarebbero state più comode, ma certamente non giuste, non ci siamo sentiti di bloccare un percorso politico. Il giudizio sui fatti di merito non spetta a noi, ma alla magistratura”.
“Non siamo il Tribunale dell’Inquisizione – ha aggiunto Fallica -, rispettiamo il diritto sociale dei cittadini e rispettiamo il ruolo delle istituzioni. Non siamo nè avvocati nè magistrati”.
Terranova ha aggiunto: “Forse per qualcuno sarebbe stato più facile cavalcare l’onda demagogica che ricorre in questi giorni, ma noi abbiamo preferito accordare una apertura di fiducia a Mineo, perchè sarebbe stata una scelta ingiustificabile escluderlo dal processo democratico”.
Secondo Terranova, Mineo ha comunque assunto con il partito con un “impegno formale a solenne a dimettersi qualora le vicende giudiziarie dovessero pervenire a un giudizio di condanna irrevocabile”.
Fallica ha poi aggiunto: “Noi non siamo qui per fare il tribunale di inquisizione, vogliamo solo rispettare un diritto sociale dei cittadini che attraverso le elezioni esprimono le loro idee. Su questo tema ci siamo confrontati da mesi e a prescindere da Miccichè, perchè questo era un compito che spettava al partito”.
Poi fa riferimento al ruolo di Gianfranco Miccichè nella questione: “L’onorevole Miccichè conosce perfettamente tutti i passaggi della vicenda e i motivi che ci hanno portato ad appoggiare la candidatura di Franco Mineo. Rispettiamo le istituzioni, ma non siamo nè magistrati nè avvocati dunque non spetta a noi parlare di determinati aspetti”.
“Su Mineo decisione sbagliata e inaccettabile: il codice etico va applicato, non è l’inquisizione ma una garanzia per i cittadini. Bisogna ripensarci ed essere coerenti e consapevoli sui valori non negoziabili, sia nelle azioni che nelle parole. Miccichè desista da questa decisione”. Lo dice il vice coordinatore di Fli, Fabio Granata commentando la candidatura in Grande Sud del deputato uscente Franco Mineo.
Fini tace, Briguglio è latitante, Granata invita con garbo alla desistenza.
E mentre in Fli si assiste al gioco delle parti, Miccichè continua a fare quello che vuole.
Alla faccia delle chiacchiere sul codice etico e sui valori di riferimento di Fli, finiti definitivamente in cantina.
La dignità … parola sconosciuta.
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