MILANO IN LACRIME PER L’ULTIMO SALUTO A JANNACCI: “SI POTREBBE ANDARE TUTTI QUANTI AL TUO FUNERALE”
LA BASILICA DI SANT’AMBROGIO GREMITA DI FOLLA PER L’ADDIO AL GRANDE CANTAUTORE
«”Si potrebbe andare tutti al tuo funerale”, cantavi tanti anni fa, ebbene ora ci siamo al tuo funerale, e siamo in tanti, e siamo tutti». Basilica e chiostro di Sant’Ambrogio gremiti, martedì pomeriggio, per i funerali di Enzo Jannacci, scomparso venerdì scorso all’età di 77 anni.
Un lungo applauso ha accolto l’arrivo della salma sul sagrato.
Ad accompagnare il feretro la moglie Giuliana Orefice e il figlio Paolo, musicista come il padre.
Ha celebrato le esequie don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana. Presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo, l’assessore alla Cultura e vicepresidente della Provincia Novo Umberto Maerna. Renzo Arbore, Ombretta Colli, Mara Maionchi, Franca Rame e Dario Fo, Fabio Fazio, Shel Shapiro, Enrico Beruschi, Morgan.
Presenti i gonfaloni di Regione, Provincia e Comune, oltre a quello del Milan, squadra di cui Jannacci era tifoso.
L’OMELIA
«”Si potrebbe andare tutti al tuo funerale”, cantavi tanti anni fa, ebbene ora ci siamo al tuo funerale, e siamo in tanti, e siamo tutti. E poi precisavi, “per vedere se la gente piange davvero”, ed ora te le possiamo garantire, perchè la gente ti vuole bene. Hai dato voce a quelli che la voce non ce l’hanno, gli anonimi, gli sconfitti della storia»». Don Roberto Davanzo ha iniziato la sua omelia con queste parole, citando i versi di una delle più celebri canzoni di Jannacci.
Davanzo ha sottolineato l’importanza, espressa anche nei versi di Jannacci, di «prendersi cura anche degli altri».
Da direttore della Caritas, don Davanzo ha poi ricordato che proprio dalla canzone di Jannacci «El purtava i scarp del tennis» è stato preso il titolo della rivista dell’associazione.
«Proprio questa canzone è diventata la’cifra di un prendersi a cuore i senzatetto», ha affermato, definendo alla fine dell’omelia Jannacci «il profeta, il poeta», del mondo degli emarginati.
CELENTANO
Adriano Celentano e la moglie Claudia Mori, arrivati un po’ in ritardo, non sono riusciti ad entrare nella basilica di Sant’Ambrogio, troppo piena.
«Bello, adesso sta bene», ha detto Celentano arrivando.
La coppia si è quindi soffermata fuori dalla basilica per alcuni minuti e poi si è allontanata: «Avrei preferito poter assistere alla cerimonia – ha spiegato il Molleggiato – ma c’era troppa gente ed è giusto così».
VECCHIONI
Fra i primi ad arrivare l’amico Roberto Vecchioni: «Nessuno è mai riuscito a dare la dimensione di Milano come ha fatto lui – è stato il suo commento -. Ricordare il suo genio è impossibile. Il genio è quello che cambia tutto, tu ti aspetti una cosa e lui ne fa un’altra, lui era uno così. Due o tre nella canzone italiana sono come Jannacci. Jannacci è l’unico che sia riuscito a dare la vera dimensione di Milano».
TEOCOLI, BOLDI, FINARDI
«Enzo era una persona che quando non c’era si faceva sentire ugualmente perchè quando era presente dava un senso diverso alla serata – ha raccontato Teo Teocoli, arrivato ai funerali con il collega Massimo Boldi -. È lui che mi ha fatto cambiare carriera, è lui che mi ha fatto diventare un artista. Era il vero collante tra di noi – ricorda il comico -, tant’è vero che i suoi primi pazienti siamo stati io, Massimo Boldi, Cochi e Renato».
«Jannacci rappresentava la Milano che non c’è più, aveva la tenerezza delle persone normali, magari sembrava un po’ burbero ma non lo era», ha detto Eugenio Finardi, arrivato tra i primi al funerale.
«In questi giorni – ha raccontato il cantautore – mi sono ritrovato a cantare le canzoni di Enzo a mia figlia di 13 anni che mi chiedeva chi fosse. Appena ho intonato Vengo anch’io lei ha capito di chi stessimo parlando. Questo significa passare alla storia».
AL FAMEDIO
Il suono della banda ha accompagnato l’uscita della bara di Enzo Jannacci dalla basilica, al termine dei funerali.
L’uscita del feretro, come l’ingresso, è stata accompagnata anche da un lungo applauso e da momenti di commozione.
La salma del cantautore riposerà al Famedio del Cimitero monumentale, dove sono seppelliti coloro che hanno reso grande Milano.
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