“MIO FIGLIO LINCIATO PER COLPA DELLA LEGA”: LA MADRE DI ARIANO COSTRETTA AD APPELLARSI A MATTARELLA
UN MINISTRO DEGLI INTERNI CHE SI SCHIERA CON UNA CAPOTRENO RAZZISTA E ACCUSA CHI DENUNCIA LO SCONCIO DI “CERCARE SOLO PUBBLICITA”… LA MAGISTRATURA ESISTE ANCORA IN ITALIA O DA DOMANI VIGE LA LEGITTIMA DIFESA CON I RAZZISTI?
La situazione è diventata talmente grave da arrivare fino al Quirinale.
Al presidente della Repubblica chiede un intervento Annamaria Abate, madre di Raffaele Ariano, il passeggero Trenord che ha raccontato dell’annuncio razzista della capotreno del Milano-Cremona “contro zingari e molestatori”, invitati a scendere dal treno, senza tanti complimenti, “perchè avete rotto”.
La denuncia del fatto, pubblicata da Ariano sul suo profilo Facebook, si è trasformata in una valanga di odio che gli è stata rovesciata addosso da quanti, leghisti in testa, davano ragione alla capotreno e torto a lui, reo di aver parlato, di aver espresso un’opinione, di aver agito da cittadino che non guarda e passa oltre. Ma quando le critiche sono diventate minacce, la donna ha deciso di prendere l’iniziativa.
“Caro Presidente – scrive dunque a Mattarella – mio figlio da comune cittadino ha segnalato un’azione scorretta di un capotreno, un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, e per questo sta subendo una vera e propria azione di squadrismo mediatico”.
Per giorni Abbate ha assistito al linciaggio sui social subito dal figlio, linciaggio diventato di massa, soprattutto dopo che il ministro Matteo Salvini ha iniziato a soffiare sul fuoco dichiarando più di una volta che, in realtà , la capotreno andrebbe premiata e non punita per essersi espressa contro i rom.
Salvini risponde anche alla madre, bolla come “sciocchezze” le parole della donna e aggiunge di avere “cose più importanti di cui occuparmi che di persone in cerca di pubblicità “.
In realtà Ariano tutta questa pubblicità non l’ha cercata. Tanto che, a causa delle migliaia di messaggi di insulti che gli sono arrivati in bacheca, è stato costretto a rendere privato il suo profilo.
“Raffaele ha usato toni pacati e rispettosi – ricostruisce la mamma nella lettera al capo dello Stato – Nei giorni successivi, sulla pagina Facebook Ufficiale “Lega — Salvini Premier”, è comparso un post che indicava in Raffaele il responsabile del possibile licenziamento della capotreno (licenziamento mai auspicato da mio figlio e di cui non è comparsa mai menzione nei comunicati di Trenord), con tanto di fotografia, nome e cognome e un link diretto alla sua pagina Facebook con la seguente frase: “State con la capotreno o con il denunciatore, Raffaele Ariano?”.
A partire da quel post, continua la lettera che è stata pubblicata dal sito Articolo 21, “è seguito un vero e proprio linciaggio mediatico da parte di sostenitori della Lega e di gruppi neo-fascisti come CasaPound e Forza nuova, contenenti ingiurie e minacce all’incolumità fisica di mio figlio e della nostra famiglia. La gravità di quanto accaduto va, però, molto al di là della sua persona: l’aggressione e il linciaggio mediatico che si è riversato su mio figlio, per il sol fatto di aver chiesto pubblicamente il rispetto di principi e valori scritti nella nostra Costituzione, potrebbero colpire chiunque”.
Ed ecco la richiesta: “Quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia. Confidando nella Sua persona e nel ruolo che ricopre, ci affidiamo a Lei e Le chiedo, rispettosamente, come cittadina e come madre, di valutare un Suo intervento, secondo i Suoi poteri e prerogative costituzionali, a tutela dei nostri diritti di cittadini italiani, del nostro ordinamento e dei valori democratici su cui si fonda”.
(da “La Repubblica”)
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