NADIA URBINATI, DOCENTE DI SCIENZE POLITICHE ALLA COLUMBIA UNIVERSITY: “IN POLITICA ESTERA MELONI STRABICA”
“IL SUO RAPPORTO CON GLI USA IN REALTA’ E’ SOLO CON IL TRUMPISMO, MODELLO LONTANO DALLA LIBERALDEMOCRAZIA”… “NESSUNO DIMENTICA QUANDO DISSE “MEGLIO PUTIN CHE L’UNIONE SOVIETICA””
Nadia Urbinati, accademica, politologa italiana naturalizzata statunitense, docente di Scienze politiche alla prestigiosa Columbia University di New York: “E’ vero che Giorgia Meloni da quando ha fatto il suo discorso alla Convention repubblicana e poi ha preso posizione contro Putin, ha chiaramente posizionato se stessa dalla parte occidentale – annota Urbinati – Però io mantengo un certo scetticismo. Perché il suo rapporto con l’America è un rapporto con una parte, cioè Trump, il trumpismo e i repubblicani, che sono davvero tutto fuorché esempi di liberaldemocrazia. Quanto poi al fronte-Putin, anche qui sono dubbiosa. Perché è vero che lei ha criticato l’invasione dell’Ucraina. Ma è altrettanto vero che in varie occasioni ha espresso il suo favorevole giudizio (anche per criticare la sinistra, assumendola sempre e solo come “comunista ”) su “meglio Putin che l’Unione Sovietica”. Putin rappresenta per lei una evoluzione del precedente regime, nonostante questo non sia né più liberale di prima né più democratico, mentre certamente è capitalista a differenza di quello precedente. La sua posizione, similmente a quella dei repubblicani americani, è una posizione molto “strabica” rispetto ai valori democratici e liberali. Mentre è molto chiara sui principi socio-economici, che sono quelli dl capitalismo e del libero mercato. Se ci accontentiamo della “libertà” economica, lei c’è dentro, indubbiamente. Ma sulla libertà civile e politica, è molto manchevole. Fratelli d’Italia sono un partito immerso nella tradizione reazionaria”.
E non è un caso che a sperticarsi di elogi per la leader di FlI e per la vecchia-nuova destra italiana è stato il guru del pensiero reazionario trumpista, Steve Bannon. E non è un caso che uno degli sponsor europei di Meloni sia l’autocrate magiaro Viktor Orban.
(da Globalist)
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