NAUFRAGIO MIGRANTI A STECCATO DI CUTRO, I MORTI POTREBBERO ESSERE PIU’ DI 100
TRA LORO MOLTI BAMBINI E UN NEONATO
Potrebbero essere più di 100 le vittime del naufragio avvenuto questa mattina a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Alle prime luci dell’alba, un barcone carico di migranti si è spezzato e rovesciato in mare, probabilmente a causa della violenza delle onde. Secondo alcuni superstiti sarebbero state circa 180 le persone a bordo. Per altri, molti di più: almeno 250.
Tutto ciò che resta del barcone è un ammasso di legni, che si è depositato a riva dopo il naufragio.
Secondo le prime ricostruzioni, pare che siano due i fattori che hanno portato al naufragio: da un lato, il sovraccarico del barcone; dall’altro, la violenza del mare – questa mattina piuttosto agitato – che avrebbe spezzato in due l’imbarcazione a una decina di metri dalla riva.
Dalle prime ricostruzioni, sarebbero circa un’ottantina i superstiti che, impossibilitati a chiamare i soccorsi, sono riusciti a sfidare le onde e raggiungere la costa a nuoto.
In tarda mattinata, la Guardia Costiera ha recuperato 45 cadaveri, tra cui molti bambini e un neonato di pochi mesi. Secondo le autorità sono ancora tanti i dispersi.
Per questo, nelle prossime ore, le ricerche continueranno anche con l’impiego di una squadra di sub proveniente da Messina. I soccorritori, però, ritengono improbabile che possano esserci ancora persone in vita disperse in mare. La ricerca, dunque, dovrebbe essere finalizzata più che altro al recupero dei cadaveri.
Le autorità hanno fatto sapere che le vittime del naufragio di questa mattina provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. La loro imbarcazione – un caicco in legno – ha seguito la cosiddetta «rotta turca», una delle più battute del Mediterraneo.
A far scattare l’allarme per la tragedia è stata una telefonata, arrivata intorno alle 4 di questa mattina, al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia. A causa di un inglese poco comprensibile, gli agenti non sono riusciti a farsi spiegare i dettagli di ciò che stava avvenendo a bordo dell’imbarcazione. Gli operatori della centrale operativa, però, hanno subito intuito che potesse trattarsi di un naufragio e hanno allertato i soccorsi.
Nella prefettura di Crotone, nel frattempo, è stato attivato il Centro coordinamento dei soccorsi. I superstiti del naufragio, ancora sotto choc, saranno ospitati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Trenta di loro, però, saranno prima trasferiti in ospedale dove potranno ricevere tutte le cure di cui hanno bisogno.
Ieri sera un aereo di Frontex, in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste italiane, ha individuato il barcone e fatto scattare i soccorsi. Le condizioni proibitive del mare, però, hanno costretto i pattugliatori della guardia di finanza a tornare a riva.
(da agenzie)
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