NAVALNYJ: “HO FEBBRE E TOSSISCO, IN CARCERE EPIDEMIA DI TUBERCOLOSI”
LA DENUNCIA DELL’ATTIVISTA ANTI-CORRUZIONE IN SCIOPERO DELLA FAME
Dopo che oggi aveva denunciato di avere febbre alta e tosse, l’oppositore russo Aleksej Navalnyj è stato trasferito nel reparto medico della colonia penale Ik-2 di Pokrov, a circa 100 chilometri da Mosca, dove sta scontando una pena detentiva di due anni e mezzo, ed è stato sottoposto a diversi test, tra cui quello per il coronavirus, secondo quanto riportato dal quotidiano Izvestia.
La scorsa settimana l’attivista anti-corruzione 44enne aveva iniziato lo sciopero della fame chiedendo la visita di un medico esterno e lamentando dolore acuto alla schiena e alle gambe. In precedenza aveva dichiarato che nel suo reparto carcerario era in corso un’epidemia di tubercolosi scherzando che ammalarsi gli avrebbe potuto offrire sollievo dai suoi disturbi dal momento che almeno tre persone erano state ricoverate in ospedale.
“Se ho la tubercolosi, forse scaccerà il dolore alla schiena e l’intorpidimento alle gambe. Sarebbe bello”, ha scritto su Instagram. Benché non abbia accesso a Internet, Navalnyj pubblica regolarmente sui suoi profili social, ma i suoi avvocati si rifiutano di spiegare come riesca.
Navalnyj aveva detto che la sua temperatura corporea era di 38,1 gradi Celsius (100,6 gradi Fahrenheit). Ha anche detto che aveva una brutta tosse. Ore dopo, Izvestia, giornale pro-Cremlino, ha citato una dichiarazione del servizio carcerario federale dicendo che Navalnyj era stato trasferito nel reparto malati per essere sottoposto a diversi test, tra cui il coronavirus.
Il reparto dov’è ricoverato Navalnyj si troverebbe sempre presso la colonia penale IK-2 a 100 chilometri a Est da Mosca, dove è detenuto, ha riferito uno dei suoi legali a Tv Dozhd.
Da quando è in carcere, Navalnyj avrebbe perso otto chili. “Secondo i documenti della colonia penale, quando è arrivato pesava 93 chili, ora 85: ha perso 8 chili prima dello sciopero della fame”, si legge sul suo profilo Telegram.
Navalnyj ha anche denunciato le autorità carcerarie di privarlo del sonno svegliandolo otto volte a notte e di rifiutarsi di prestargli cure mediche adeguate. Non solo. Da quando è detenuto, avrebbe ricevuto “sei ammonizioni in due settimane” e rischierebbe perciò di essere rinchiuso in una cella d’isolamento.
Vittima lo scorso agosto di un avvelenamento con l’agente nervino Novichok e trasferito in Germania in stato di coma, dopo cinque mesi di convalescenza, è rientrato in Russia lo scorso gennaio ed è stato arrestato subito dopo l’atterraggio. In febbraio è stato condannato a due anni e mezzo di prigione per un caso di frode del 2014 che la Corte europea dei diritti umani ha definito “immotivato”.
(da agenzie)
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