PARISI IMBARCA PASSERA, SALA IN PRESSING SU ZANETTI E DAMBRUOSO: E’ CACCIA AGLI EX MONTIANI
IRONIA DEL PD: “HANNO MESSO INSIEME LO SPONSOR DELLA FORNERO E QUELLO CHE VA A PROTESTARE SOTTO LA SUA CASA COI FORCONI”
A Milano è caccia al montiano. O meglio, agli ex montiani. Dopo l’ingaggio di Corrado Passera da parte di Stefano Parisi, candidato di un centrodestra ormai larghissimo, il renziano Beppe Sala punta su un nome forte come numero uno della sua nuova lista, quella super moderata, che dovrebbe contendere al duo Parisi-Passera il voto dei salotti buoni , della borghesia del professionisti che per anni aveva sostenuto il forza leghismo e che, nel 2011, si è divisa tra l’astensione e il voto a Pisapia.
Del nome coperto Sala ha parlato oggi nella sua visita a Roma con il segretario di Scelta civica e viceministro all’Economia Enrico Zanetti: si tratta di Stefano Dambruoso, questore della Camera ma soprattutto ex pm antiterrorismo proprio nella procura milanese.
Per lui si ragiona su una delega pesante, probabilmente alla Sicurezza, per dare un segnale chiaro alla Milano moderata che potrebbe essere attratta dalle sirene securitarie di Salvini.
Un faccia a faccia in cui Zanetti ha chiesto garanzie su programmi e organigrammi, e ha chiesto a Sala di farsi garante delle ragioni dell’ala centrista.
“Finora dall’ala sinistra della coalizione sono arrivati troppi ostacoli e veti verso i moderati. Ma la partita a Milano si vince al centro”, è il ragionamento che si fa in ambienti montiani.
E del resto per Mr. Expo, candidato renziano simbolo della capacità del nuovo Pd di espandersi oltre i confini del centrosinistra, la strada si sta facendo in salita.
Da un lato, è costretto a esibire simboli di sinistra (prima la maglia di Che Guevara e oggi a “Un giorno da pecora” ha cantato Bandiera rossa ricordando i suoi trascorsi in piazza e di aver fumato una canna da ragazzo) per non deludere i nostalgici di Pisapia; dall’altro soffre la concorrenza dei colleghi suo terreno, quello dei salotti buoni e del mondo delle professioni.
E così Sala, manager finito nel tritacarne per non aver comunicato al Comune la sua casa vicino a St. Moritz (ma la denuncia al fisco è stata fatta, giurano i suoi), ha definito con sarcasmo Passera “un signore danaroso”.
Cortocircuiti.
Al di là delle percentuali che l’ex ministro montiano può portare in dote al centrodestra (gli ultimi sondaggi oscillano tra il 4 e il 5%), negli ultimi giorni Parisi e Passera si stanno muovendo come una coppia di fatto.
E all’unisono hanno bacchettato l’alleato Salvini per gli attacchi al Capo dello Stato. Dal fronte Pd-Sala la risposta tende a ribadire quanto già detto da Sala, e cioè che il vero leader della coalizione è il leghista, un pericolo per la Milano operosa e moderata. Sarà uno dei leit motiv che accompagnerà la sfida con tutta probabilità fino al ballottaggio del 19 giugno.
Per i dem la mossa di Passera non è stata una sorpresa. ”Pensavamo che si sarebbe schierato con Parisi al ballottaggio, ora hanno perso anche l’effetto sorpresa…”, commenta Barbara Pollastrini, grande esperta di politica milanese.
Emanuele Fiano è caustico: “In quella coalizione c’è il collega e sponsor della Fornero insieme con Salvini che va sotto casa della Fornero a protestare coi forconi”.
Ma a microfoni spenti, nel mondo degli affari e delle imprese si dice che “Parisi ha dimostrato di essere espansivo, e di avere capacità politiche che ha appreso alla scuola di Giuliano Amato. A sinistra invece hanno perso un mese dopo le primarie a discutere su chi doveva fare il capolista degli arancioni”.
“Non siamo un’armata Brancaleone”, protesta Parisi, “io so fare sintesi”.
La scelta per la guida della lista arancione pro-Sala, dopo il forfait di Francesca Balzani (seconda alle primarie) alla fine è caduta sull’ex girotondina Daria Colombo, moglie di Roberto Vecchioni.
Mentre nella civica di Sala sono entrati ex assessori arancioni e personalità vicine al Pd. Fuori dai giochi l’ex numero uno della Compagnia delle opere, Massimo Ferlini, vittima di un certo ostracismo da sinistra al grido di “no agli amici di Formigoni” . Insomma, Sala, candidato simbolo del “partito della Nazione” si trova scoperto sul lato moderato.
E così è partita la rincorsa: oltre a Dambruoso in lista dovrebbero entrare altri esponenti di Scelta civica e del gruppo “Fare”, che nel 2013 si è riunito intorno a Oscar Giannino.
Parisi, dal canto suo, continua lo scouting nel mondo delle professioni, e Maurizio Lupi, capolista in città per Ncd, annuncia la candidatura civica di Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico, e dell’avvocato Diana Pesce.
Sul fronte del centrodestra però non tutto luccica.
Passera infatti non si candiderà , e i suoi spiegano che il suo ritiro è funzionale in una logica tutta nazionale, per entrare con i suoi uomini nel listone di centrodestra che si opporrà al Pd renziano alle prossime politiche. In città la sua scelta non è andata giù al fedelissimo Alessandro Rimassa, presidente del comitato elettorale, che ha definito la nuova truppa “una accozzaglia di centrodestra che sta insieme ‘contro’ e non ‘per’”. E non risparmia complimenti ai nuovi partner dell’ex numero uno di Intesa, citando “il qualunquismo della Gelmini, l’estremismo di Salvini, l’opportunismo di Lupi, l’arroganza di La Russa, l’ambiguità di Albertini”.
Se fosse uno spot del Pd, potrebbe persino funzionare. Ma in casa dem, in questa fase, c’è da fare i conti anche con i guai del governo: è chiaro che la spinta di Renzi finora è stato un assist fondamentale per Mr.Expo.
Ma nella capitale morale l’astro del giovane premier non brilla più come l’estate scorsa.
In casa Lega, invece, l’arrivo dell’ex ministro montiano viene tollerato a fatica, dopo aver già dovuto ingoiare l’accordo con gli alfaniani. Passera e Salvini negli ultimi mesi se sono dette di tutti i colori e tra gli uomini del leader leghista gli umori sono pessimi.
Ma ha vinto la realpolitik: “Se più gente possibile arriva a concordare sui nostri programmi sono solo contento”, taglia corto Salvini.
Passera, del resto, a rinnegare l’esperienza con Monti non ci pensa neppure. “Nel centrodestra porto la mia storia liberale…”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply