PARLA IL VIGILE DEL FUOCO, AUTORE DELLA LETTERA SULLA BARA DI GIULIA”: UN GESTO ISTINTIVO”
ANDREA HA 27 ANNI, NON E’ UN EFFETTIVO, LAVORA A CHAMATA: “ERO LI’ COME VOLONTARIO”
È diventato il vigile del fuoco più famoso d’Italia. Senza esserlo.
Andrea De Filippo, 27 anni, ha commosso il mondo intero lasciando sulla bara della piccola Giulia una lettera: “Scusa piccola, se siamo arrivati tardi”.
Una commozione che aumenta pensando alla storia della piccola Giulia, morta nel disastro di Pescara del Tronto, e sorella di Giorgia, la bimba che invece è stata estratta dalle macerie dopo 16 ore dal sisma.
Il giorno dopo i funerali di Ascoli, Andrea viene raggiunto telefonicamente dall’Huffpost.
Parla con la voce tremante: “Sono un volontario, ero lì come essere umano, prima di tutto. Non sono un vigile del fuoco effettivo. Lavoro a chiamata e sogno di diventarlo”.
Andrea non pensava che sarebbe finito al centro dell’attenzione internazionale: “Lasciare il biglietto è stato un gesto istintivo, che mi è venuto in mente sul momento”.
A depositare la lettera nella palestra di Ascoli è andato nel pomeriggio di venerdì: “Non ho incontrato nessuno. Non ho incontrato la famiglia. Non volevo prendere i meriti di nessuno. Anche perchè io non ho preso Giulia tra le braccia, ma ero lì accanto quando l’hanno estratta. Svuotavo i secchi con i calcinacci e non la potevo toccare, perchè non ero in servizio”.
Il biglietto è stato “un gesto da essere umano, da semplice cittadino, non da vigile del fuoco. Non sono in servizio”.
Andrea infatti tecnicamente è un vigile del fuoco discontinuo: “Sono andato per conto mio. Come volontario, non ero in servizio”, insiste per rettificare tutto quello che è stato scritto.
Lavora per un periodo di 14 giorni a chiamata e adesso non porta la divisa, quindi era lì come civile.
Sabato, Andrea, era presente ai funerali ma non è entrato nella palestra: “Ho preferito restare fuori. Non ho pianto, ma ho gli occhi lucidi dalla notte del 24 anche perchè ho rivissuto questa esperienza a distanza di sette anni. Io sono dell’Aquila”.
(da “Huffingtonpost“)
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