PD, CHI VA E CHI RESTA
L’ANALISI REGIONE PER REGIONE
Situazione di fluidità nel Pd in versione “local”, dove l’attendismo e il dubbio regnano sovrani, anche se la scissione nazionale non sembra determinare, almeno al momento, grandi scossoni nei governi delle Regioni e dei Comuni.
Se però la fuoriuscita di bersaniani e dalemiani dal partito non sembra avere grandi conseguenze, più frastagliata sembra la situazione nei democratici dopo gli annunci delle candidature anti-Renzi.
E questo appare più marcato nelle regioni meridionali, soprattutto in Puglia, lacerata tra gli aspiranti segretari, e in Abruzzo.
Analizzando le situazioni regionali da nord a sud, in Valle d’Aosta non sono previste fuoriuscite tra i dirigenti dem; il Pd resta quindi in maggioranza sia in Regione che nel Comune di Aosta.
Pochissime defezioni in Piemonte, dove la maggioranza di Sergio Chiamparino in Regione non corre pericoli: al momento lascerebbero il partito solo quattro esponenti, nessuno dei quali è consigliere regionale.
Abbastanza nutrito è il drappello di coloro che sostengono la candidatura a segretario di Andrea Orlando, tra cui parlamentari come Anna Rossomando, Umberto D’Ottavio, Antonio Boccuzzi e alcuni consiglieri regionali.
Tiene il Pd in Lombardia, dove esprime tutti gli 11 sindaci di capoluogo, nessuno dei quali sulla via della scissione; solo il consigliere regionale Massimo D’Avolio, bersaniano, dovrebbe uscire dal gruppo, nessun abbandono da parte di dirigenti o esponenti di rilievo in Liguria.
Qualche ripercussione ci sarà invece in Veneto: tra i nomi di spicco viene dato per scontato l’addio dell’europarlamentare Flavio Zanonato – ex ministro, area bersaniana – così come è probabile lasci Davide Zoggia, stessa area, oggi in linea con la minoranza.
Di area renziana sono il segretario uscente Roger De Menech, la senatrice Laura Puppato, il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta.
Clima di attesa in Friuli, dove il gruppo bersaniano dei parlamentari si mostra diviso sulle scelte da compiere. I vertici locali del partito rimarranno invece tutti al loro posto, così come il capogruppo alla Camera Ettore Rosato e la presidente della Regione, Debora Serracchiani.
Poche ma pesanti le uscite in Emilia Romagna.
Insieme all’ex segretario Bersani, quasi certamente uscirà Vasco Errani: l’annuncio è atteso per domani.
Tra i parlamentari fuori Maria Cecilia Guerra e Maurizio Migliavacca. Tra gli incerti il più giovane deputato della storia repubblicana, Enzo Lattuca.
Già fuori, invece, la consigliera regionale Silvia Prodi, nipote dell’ex premier.
Le defezioni non mettono comunque a rischio gli equilibri politici sui territori e in regione.
Nessun grande cambiamento in Toscana dopo l’uscita dal partito del governatore Enrico Rossi: in giunta anche gli assessori considerati più vicini al presidente hanno reso noto di voler restare nel Pd, e così anche in Consiglio regionale.
Nel Lazio, nessun annuncio di abbandono mentre all’interno del partito il governatore Zingaretti sostiene la candidatura di Orlando, seguito da un drappello di 8 consiglieri sui 22 dem.
La maggior parte dei parlamentari romani appoggia Renzi.
Nessuno scossone nel quadro politico-amministrativo delle Marche, mentre in Umbria ci sarebbe un solo consigliere regionale intenzionato a seguire Roberto Speranza.
In Abruzzo il partito è diviso tra renziani (come il governatore D’Alfonso o la senatrice Pezzopane), sostenitori di Orlando (come il sindaco dell’Aquila Cialente) e di Emiliano; qualche big va con D’Alema o con Orfini. Potrebbe uscire dal Pd il deputato del Molise Danilo Leva.
Situazione fluida in Puglia, dove comunque al momento nessun parlamentare sembra intenzionato a seguire la strada della scissione.
Nella maggioranza che sostiene Emiliano in consiglio regionale ci sarebbero due pronti a confluire nel nuovo gruppo bersaniano-dalemiano.
Molto confuso il quadro in Campania: gli unici che sembrano pronti a lasciare sono quelli di stretta osservanza dalemiana come l’europarlamentare Massimo Paolucci e la parlamentare Luisa Bossa.
In Basilicata, due big sono in uscita: Roberto Speranza e Filippo Bubbico, altri scioglieranno la riserva nei prossimi giorni.
Nessuno scossone in Calabria.
L’attendismo regna anche in Sicilia, dove se si esclude il parlamentare Pippo Zappulla, bersaniano, che lascerà di sicuro gli altri devono decidere. Infine, la Sardegna, alle prese con una stagione congressuale già avviata: nessuno si è ancora schierato con gli scissionisti, ma sono più di uno a interrogarsi.
(da “La Stampa”)
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