PERCHE’ GLI AUTOBUS DI ROMA CONTINUANO AD ANDARE A FUOCO
IL MOTIVO REALE E’ NOTO DA TEMPO: LA MANCANZA DI MANUTENZIONE
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione all’esplosione del bus Atac in Via del Tritone a Roma questa mattina. Gli inquirenti al momento ipotizzano il reato di delitto colposo di danno in tema di incolumità pubblica. A piazzale Clodio si attende una prima informativa dei vigili del fuoco su quanto avvenuto. Non è escluso che l’indagine possa essere allargata anche ad altri episodi di bus dell’Atac andati a fuoco avvenuti negli scorsi mesi.
Quello che ha preso fuoco questa mattina in via del Tritone è il nono autobus della flotta Atac, l’azienda di trasporto del Campidoglio, dall’inizio del 2018.
Lo scorso anno invece sono state 22 le vetture che hanno preso fuoco, 20 dell’Atac e due di Roma Tpl, la società che serve le linee in estrema periferia.
L’ultimo episodio risaliva al 20 aprile e si era trattato di un principio d’incendio.
Il 20 aprile invece un autobus della linea 409 è andato completamente distrutto in un incendio in via di Portonaccio.
L’assessora ai trasporti della Capitale Linda Meleo — che una decina di giorni fa si complimentava per il miglioramento del servizio — si è recata questa mattina in via del Tritone.
La Meleo ha ricondotto le cause dell’incendio al fatto che la vettura della linea 63 fosse stata acquistata nel 2003 quando sindaco era Walter Veltroni e che quindi avesse già 15 anni di servizio: «Sono venuta qui per capire le dinamiche di questo incendio. Ricordo che questo è un bus del 2003 e questo significa che è un mezzo acquistato quando era ancora sindaco Veltroni e ha 15 anni. È chiaro quindi quanto sia indispensabile rinnovare il parco bus di Atac».
La manutenzione, ha precisato l’assessora, viene fatta e in questi giorni «sta per essere pubblicata una gara per attivare degli impianti antincendio sui bus che siano quanti più efficaci possibile».
Il problema è che se esplode il motore difficilmente un impianto antincendio può essere di qualche utilità . Soprattutto perchè bisognerebbe evitare che gli autobus prendano fuoco.
L’assessora però non parla della cronica mancanza di pezzi di ricambio e della pratica della “cannibalizzazione” dei mezzi per consentire di mettere su strada autobus “funzionanti”.
L’assessora ha ricordato come «Negli ultimi due anni sono stati messi su strada 200 nuovi autobus che in parte hanno cominciato a sopperire questa problematica presto ne arriveranno 600 nuovi proprio perchè l’amministrazione ha messo sul banco 167 milioni per acquistare nuovi bus».
Quegli autobus sono però in realtà 150 e si tratta di quelli acquistati dalla Giunta Marino tramite leasing finanziario.
La giunta pentastellata diede l’annuncio della messa su strada nel 2016 ma si scoprì presto che ne erano stati messi in servizio solo quaranta.
Ad aprile 2017, poi, si era scoperto che gli ultimi commissionati non erano ancora stati pagati da ATAC. Lo stanziamento per i 600 nuovi autobus è del gennaio 2018 e riguarda un periodo di tre anni (quindi fino al 2020).
Perchè gli autobus di Roma prendono fuoco?
Le spiegazioni della Meleo (gli autobus sono vecchi quindi vanno a fuoco) sono sempre le stesse date in queste occasioni.
Anche il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Eugenio Stanziale dà la colpa all’estrema anzianità di servizio dei mezzi della flotta ATAC: «Le condizioni in cui operano i bus sono condizioni estreme, a conoscenza di tutti e più volte denunciate anche da noi. Si fa la manutenzione possibile con le risorse disponibili, il concordato preventivo però ha bloccato tutto. Questa città necessità di mezzi nuovi, perchè quelli che ci sono, sono vecchissimi, la flotta più ‘antica’ di Europa, e da qui derivano questi problemi». Michele Frullo, dell’Usb, parla anche di un altro problema ovvero lo stop alla manutenzione dei mezzi su strada «prima assicurata dai lavoratori Corpa che sono stati licenziati».
A marzo è scaduta infatti la proroga del contratto d’appalto per la manutenzione dei mezzi Atac che si guastavano durante il servizio.
I lavoratori della Corpa (140 persone) sono stati licenziati e di conseguenza gli autobus di Atac sono rimasti senza l’assistenza su strada.
In una nota dell’USB il sindacato denunciava la totale assenza di programmazione da parte di Atac e del Comune: «Come ATAC voglia far fronte alla sospensione del servizio resta un mistero, nè l’amministrazione si sta ponendo il problema di imporre una rapida ripresa dell’attività ». Non si può certo immaginare che gli autobus, vecchi o nuovi, possano andare avanti senza manutenzione.
La leader del sindacato CambiaMenti (in campagna elettorale molto vicino ai 5 Stelle), Micaela Quintavalle (che qualche tempo fa spiegava al Giornale che dietro gli incendi ci potrebbe essere l’idea di portare ad una privatizzazione dell’azienda) ha spiegato su Facebook che è improprio parlare di “esplosione” perchè ad esplodere sono gli pneumatici mentre nel caso di un incendio al motore le cause sono diverse e non si può certo parlare di un’esplosione.
In un video su Facebook la Quintavalle ha detto che «per non sapere nè leggere nè scrivere sicuramente la sottoscritta consiglierebbe di chiedere non all’oste perchè il vino non è buono ma farebbe delle indagini esterne».
Sicuramente — ha aggiunto — pesano «la carenza di manutenzione, l’assenza di prevenzione e le perdite d’olio».
Il suggerimento è quello di far valutare la questione ad un’officina esterna e non — come invece ha annunciato la Meleo — avviare un’indagine interna all’azienda.
A quanto pare la sindacalista di Atac ritiene che nelle officine succeda qualcosa e che quindi non si possa affidare agli stessi che hanno il compito di effettuare la manutenzione di indagare sulle cause di questo incendio e degli altri incendi.
Per la cronaca l’autobus andato distrutto era un Mercedes Citaro urbano comprato dall’Atac nel 2004 appartenente alla rimessa di Tor Sapienza.
Esce quindi allo scoperto (ma non troppo) uno scontro tra alcuni autisti (nei mesi scorsi accusati di “inventarsi i guasti”) e il reparto manutenzione che invece non starebbe facendo il suo dovere.
O almeno questo è quello che sembra di capire dalle parole della Quintavalle.
(da “NextQuotidiano”)
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