PIANTEDOSI E’ FORTUNATO A NON VIVERE TRA STUPRI E BOMBE ALTRIMENTI NON AVREBBE CONDANNATO CHI FUGGE DALLE GUERRE
LO VADA A DIRE A CHI FUGGE DALLA SIRIA, DALL’AFGHANISTAN DEI TALEBANI, DAI VILLAGGI AFRICANI ASSALITI DAI MILIZIANI
Mutuando quello che ha detto Zelensky parlando di Berlusconi si potrebbe affermare che Matteo Piantedosi, il ministro che chiama i disperati ‘carico residuale’ è molto fortunato a non vivere in un villaggio africano, magari di quelli presi d’assalto dalle milizie (spesso armati con fucili e pistole occidentali) che uccidono, violentano o rapiscono chiunque si trovi nei paraggi. E questo al netto della fame, della miseria e della siccità.
Che è fortunato a non vivere in Siria, soprattutto nel nord della Siria, dove si è liberi di scegliere sotto quali bombe morire – se di Erdogan o se di Assad – e dove non c’è futuro.
Che è fortunato a non stare nell’Afghanistan dei talebani, magari con una figlia reclusa, che non può studiare, a vivere nel terrore di essere sterminato. E anche in questo caso al netto della fame e della miseria.
Che è fortunato a non essere un rohingya, ossia appartenente al popolo reietto tra i reietti, che da sempre hanno l’unica libertà di di scegliere da chi essere repressi e uccisi.
Si potrebbe continuare a lungo, perché lunghissimo è l’elenco di tragedia che l’illustre ministro del governo della cristiana Meloni ignora o fa finta di ignorare.
Altrimenti avrebbe avuto la decenza di tacere e di non dire queste incredibili parole: “La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vita dei propri figli”,
Totale disprezzo delle vittime, totale mancanza di empatia con chi soffre, totale incuranza degli orrori delle guerre e della disperazione.
(da Globalist)
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