POS, MELONI CONFERMA IL DIETROFRONT: “TROVEREMO UN ALTRO MODO PER NON FAR PAGARE COMMISSIONI”
IL GOVERNO DEI BOTTEGAI BACCHETTATO DALL’EUROPA… NEL MONDO CIVILE NON SI FANNO FAVORI AGLI EVASORI FISCALI
“Se non ci sono i margini – dice Giorgia Meloni sullo stop alla norma sul Pos – ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”.
È la prima volta che la premier mette in dubbio pubblicamente la misura inserita nella legge di bilancio che prevede la cancellazione delle sanzioni per gli esercenti che si rifiutano di accettare i pagamenti con il bancomat o la carta di credito sotto i 60 euro. “Quello” dell’obbligo del Pos – ricorda lasciando il Senato dopo il concerto di Natale – “è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione”. Parole che confermano il dietrofront del governo, anticipato da Repubblica, che sarà contenuto in un emendamento alla manovra atteso stasera in commissione Bilancio alla Camera.
Fonti di governo confermano che l’emendamento figura in queste ore nell’elenco delle modifiche all’esame del ministero dell’Economia, dove si sta cercando la quadra anche sulle altre misure della Finanziaria, a iniziare dalle pensioni, dalle minime a 600 euro per gli over 75 alla rivalutazione per quelle tra 4 e 5 volte sopra il minimo. La decisione dell’esecutivo di cancellare la norma sul Pos è maturata alla luce dell’andamento dell’interlocuzione con la Commissione europea, che si aspetta il rispetto dell’impegno conseguito a fine giugno dal governo Draghi nell’ambito del Pnrr.
Restano le regole vigenti
Le retromarcia del governo lascerebbe quindi la situazione invariata rispetto alle regole vigenti, visto che le norme proposte inizialmente dal governo nel proprio disegno di legge non erano ancora in vigore fino all’approvazione definitiva del testo. Il Pos resta quindi obbligatorio per tutti gli esercenti – salvo alcune eccezioni limitate – e gli stessi sono obbligati ad accettare pagamenti di qualsiasi importo se effettuati con strumenti elettronici. In caso di rifiuto, è prevista una sanzione pari a 30 euro più il 4% dell’importo della transazione.
Meloni: “Tempi stretti? Abbiamo fatto il possibile”
Parlando con i cronisti, Meloni ha risposto anche a proposito dei tempi strettissimi con cui il Parlamento sta esaminando il testo della Legge di Bilancio. ” La manovra non ha mai una approvazione facile: stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevano, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla”,ha detto Meloni.
Serracchiani: “Emendamenti del governo alle 19.30. Retromarcia su Sud, si voteranno i nostri”
Intanto proseguono a singhiozzo i lavori in Commissione. Il terzo pacchetto di emendamenti del governo, ha spiegato la capogruppo Pd Debora Serracchiani, “dovrebbe arrivare stasera alle 19.30” mentre “alle 21.30 il ministro Giorgetti interverrà in Commissione”. La capogruppo ha poi annunciato che l’esecutivo toglierà dal proprio pacchetto una serie di misure già previste dalle modifiche avanzate dal Pd: “Il governo è tornato sui suoi passi e toglierà dal suo pacchetto le proposte di modifica presentate dal Pd sul credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nel Mezzogiorno e nelle Zone economiche speciali, sul credito d’imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno e sulla modifica della quota premiale del Fondo sanitario nazionale. Sono testi che diventeranno emendamenti parlamentari”, ha detto Serracchiani.
(da La Repubblica)
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