PRESSIONE FISCALE IN AUMENTO SE PASSERA’ IL FEDERALISMO
LA CORTE DEI CONTI SI ESPRIME SULLA LEGGE DELEGA SUL FEDERALISMO FISCALE E ROMPE IL CLIMA OMERTOSO… EVIDENZIA IL RISCHIO CHE IL SUD AVRA’ BISOGNO DI ATTINGERE AL FONDO PEREQUATIVO IN MODO MASSICCIO… IPOTIZZA ESODI FISCALI E RILEVA CARENZE E CONTRADDIZIONI NEL PROGETTO
C’è il rischio che con il federalismo aumentino le tasse. Non solo, i contribuenti potrebbero essere spinti a veri e propri esodi fiscali a caccia di zone del Paese nelle quali il fisco è più buono.
La Corte dei Conti ha fatto le pulci al decreto di legge delega sul federalismo fiscale durante un’audizione del presidente Tullio Lazzaro davanti alla commissione Bilancio, Finanze e Affari costituzionali del Senato.
Non solo, anche l’Istat mette in evidenza una criticità : è possibile che le Regioni del Mezzogiorno avranno bisogno di attingere maggiormente al fondo perequativo e in modo sempre più massiccio. C’e’ chi comincia a vedere nel progetto “carenze e contraddizioni evidenti”, chi, come Casini, ne propone la “sospensione” per un’analisi più approfondita.
La Corte dei Conti ha, infatti, sostenuto che “il reticolo dei principi e delle prescrizioni che animano il disegno di legge delega rischia di portare non già a una riduzione, ma ad un aumento della pressione tributaria ed in particolare dell’imposizione personale sui redditi”.
Dopo mesi di silenziosa omertà , comincia finalmente a venir fuori qualche critica sul “grande bluff” creato dalla Lega, alimentato da vasti settori liberisti di Forza Italia, e accettato da An con spirito da livrea.
A nostro parere due sono gli elementi su cui va fondata un’analisi del progetto, peraltro ancora allo stato di “contenitore vuoto”.
In primo luogo la filosofia che lo ispira e che ne sta alla base, quali gli obiettivi dei proponenti, perchè solo analizzando questi si può capire dove si vuole andare a parare.
In seconda battuta se tecnicamente è fattibile, opportuna e foriera di risultati positivi per un riassesto dello Stato fiscale, chi ne trarrebbe giovamento e chi no.
Partiamo dal primo punto con un esempio. Quando ci sono le trattative tra i partiti per il governo di un qualsiasi Ente locale, non sentirete mai un politico che dice “mi interessa la poltrona” ma tutti parlano solo di “programmi” da confrontare. Palle.
Nello specifico abbiamo sentito parlare del federalismo come la panacea di tutti i mali, col federalismo tutti diventeranno improvvisamente onesti, il Nord finalmente navigherà nell’oro, il Sud rinascerà , il Centro sarà un ribollire di quattrini. Ci saranno meno tasse per tutti e un dolcetto per i bimbi. Poi ci si sveglia dal sogno e si comincia a ragionare: le entrate se sono 100 sempre 100 dovrebbero rimanere.
Se prima il Nord prendeva 35, il centro 35 e il sud 30, poichè la matematica non è un’opinione se il Nord prenderà 45 come auspicato dalla Lega, è evidente anche a un cieco che Centro e Sud si divideranno il rimanente e quindi verranno penalizzati.
Il federalismo in altri Stati esiste, certo, ma in un contesto diverso, di unità e orgoglio nazionale, non di razzismo e discriminazione.
Chi lo porta avanti da anni in Italia lo dichiara spesso, salvo nasconderlo quando gli viene contestato il retroterra del progetto. La Lega ha fatto una campagna elettorale sullo slogan “I soldi del Nord devono restare a noi”, non siamo nè sordi nè così coglioni da abboccare al fondo perequativo di compensazione.
Che poi sia stato annacquato il progetto per renderlo digeribile non ha importanza.
Ancora ad Acqui Terme, qualche giorno fa, durante un incontro, Bossi ha bonfonchiato che “al Sud possono rimanere i soldi per qualche emergenza”, precisando poi col solito disprezzo “anche una buca in strada è tale”, come dire che non meritano un euro di più, che si arrangino.
Se poi Berlusconi e Bossi si sono giurati “interessata fedeltà “, affari loro, ognuno è libero di suicidarsi con l’arma che meglio crede, ma non per quello dobbiamo essere d’accordo con i loro interessi e i loro atti notarili debitori/politici.
Poichè la maggioranza degli Italiani non ha e non ha avuto problemi giudiziari con le procure di Milano o di Verona e tantomeno case pignorate che giustifichino accordi economici in base al “do ut des”, essi possono ragionare con la propria testa.
E il ragionamento porta ad analizzare il secondo elemento: la questione tecnica.
Se autorevoli giudici contabili come quelli della Corte dei Conti paventano un aumento della tassazione un motivo c’è. Non solo perchè se il gettito fiscale va principalmente al Nord è evidente che il fondo perequativo previsto non sarà sufficiente al Sud per sopravvivere, non solo perchè i sindaci del Sud saranno costretti a inventarsi nuove tasse, ma anche perchè gli stessi amministratori del Nord lo faranno per giustificare, con tasse di scopo”, ampiamente previste nel progetto leghista, interventi più o meno giustificati.
Sarà un fiorire di balzelli locali, al posto di quelli nazionali, come se il cittadino fosse felice di pagarli al presidente della sua Regione, invece che allo Stato centralista o a Roma Ladrona ( con cui la Lega fa buoni affari peraltro).
Perchè poi il problema di fondo è un altro: l’onestà , la capacità , il disinteresse, la competenza di chi ci governa.
Se ci fossero questi elementi, lo Stato funzionerebbe, sia nella versione centralista che in quella federalista.
Se è fatta da persone interessate o da disonesti, non funzionerà mai, neanche scendesse il Padreterno in terra a dettare nuove regole.
L’equivoco sta qui: nello spacciare una soluzione tecnica per il rimedio a tutti i mali, come se poi non esistessero le lobbie economiche e politiche a dirigere l’orchestra a favore di qualcuno e a scapito di altri.
Se a Roma esistessero politici in grado di armonizzare le esigenze di crescita del Nord con quelle di sviluppo del Sud, con investimenti intelligenti e misure eque, in un quadro generale di uno Stato che sa combattere la criminalità e creare occupazione, non saremmo neanche da mesi a parlare di scatole vuote.
Più facile che siano i cittadini italiani invece ad avere i “maroni” pieni di chiacchiere e disquisizione sul sesso degli angeli. Anche perchè stanno precipitando all’inferno e sono stanchi di assistere agli egoismi di chi non sa parlare d’altro che di quattrini da nascondere sotto il materasso.
La vita è anche altro, per fortuna.
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