PRIMA GLI ITALIANI: SFRUTTAVA GLI OPERAI DELLA SUA AZIENDA AGRICOLA, ARRESTATO NOTAIO DI PALERMO
COSTRINGEVA I LAVORATORI A RESTITUIRGLI DUE TERZI DEL SALARIO
Pagava pastori e operai 25 euro al giorno per lavorare nelle sue proprietà fino a 13 ore. Cioè, meno di due euro all’ora.
C’era chi accudiva il gregge di pecore d’inverno, senza un riparo, senza luce e senza acqua. Questo è quanto sostengono i carabinieri e la procura dopo un’indagine a Valledolmo.
Finisce agli arresti domiciliari Gianfranco Pulvino, notaio del paese. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri della compagnia di Lercara Friddi.
L’ordinanza è del tribunale di Termini Imerese dopo un anno di indagini coordinate dalla procura. Il notaio, 53 anni, è molto conosciuto in zona ed è il professionista di riferimento tra Valledolmo e Lercara Friddi. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: sfruttamento del lavoro, caporalato ed estorsione in concorso con un proprio collaboratore, L.f., quest’ultimo indagato.
I carabinieri sul territorio si sono accorti di alcuni agricoltori, undici in tutto, che partivano la mattina alle 6,30 e si ritiravano alla sera. Il notaio è gestore di un’azienda agricola intestata alla madre e ha terreni tra Valledolmo, Caltavuturo, Sclafani Bagni e Vallelunga Pratameno.
I militari hanno notato che gli operai erano al servizio del notaio e hanno avviato le indagini. L’inchiesta è partita nel luglio 2018 dagli investigatori della compagnia dei carabinieri di Lercara Friddi, coordinati dal maggiore e comandante Vincenzo Sieli, ed è terminata nel gennaio 2019. Gi operai verranno sentiti presto.
E poi ci sono stati gli accertamenti sulla busta paga: l’importo indicato era quello previsto dal contratto nazionale del lavoro (65 euro). Ma, poi, il notaio e il suo fidato collaboratore avrebbero ottenuto i due terzi di quella paga indietro sotto le minacce di licenziamento.
Ad accompagnare i lavoratori in banca, per riconsegnare gli assegni, sarebbe stato il braccio destro di Pulvino. Spiegano dai carabinieri: “Giocava sul fatto che si confrontava con padri di almeno tre figli e in condizioni di analfabetismo”.
Ma il notaio avrebbe pensato anche agli imprevisti e aveva fornito un vademecum in cui indicava cosa dire in caso di controlli ispettivi da parte degli organi di vigilanza.
(da agenzie)
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