PRIMA LASCIAMOLI AFFOGARE: IL M5S CHIEDE UN ALTRO RINVIO IN AUTUNNO DELLE MODIFICHE AL DECRETO SICUREZZA
LAMORGESE HA PRESENTATO IL TESTO, TUTTI FAVOREVOLI TRANNE IL M5S , QUELLI DEI “TAXI DEL MARE” NON CAMBIANO MAI, TEMONO DI PERDERE I VOTI RAZZISTI
Fumata nera. Il primo vertice di maggioranza sui decreti sicurezza non ha generato un punto di caduta accettabile per nessuno.
Il ministro Luciana Lamorgese ha messo le carte sul tavolo. Presentando un testo che, come nelle previsioni, accoglie le osservazioni di Sergio Mattarella nella lettera che inviò a Giuseppe Conte e ai presidenti delle Camere al momento della firma. Ma che, a sorpresa, va anche oltre. Suscitando l’immediata reazione di Vito Crimi, plenipotenziario M5s alla riunione: “Siete sicuri che sia questo il momento per affrontare questo tema? Non sarebbe, vista la crisi e i tanti provvedimenti da mettere in campo, più ragionevole rimandarlo?”.
Attorno al tavolo insieme al capo politico M5s – in questa occasione in veste di viceministro dell’Interno – il collega al Viminale del Pd Matteo Mauri, Carmelo Miceli e Davide Faraone per Italia viva, Federico Fornaro e Loredana De Petris per Leu.
Il testo che ha distribuito Lamorgese, come detto, interviene dunque sugli appunti del presidente della Repubblica, innanzitutto ricalibrando e riequilibrando ruoli e funzioni del ministro dell’Interno, rimettendo come centrale nelle politiche del mare il dovere di soccorso e salvataggio delle imbarcazioni in difficoltà , e intervenendo sulle multe per le imbarcazioni sanzionate che, nell’ultima formulazione, potevano arrivare fino al milione di euro.
Ma il pacchetto presentato dalla ministra va oltre. Interviene, per esempio, anche sui tempi di detenzione amministrativa dei migranti nei Centri di identificazione ed espulsione e rende più agevole e lineari le problematiche sul riconoscimento dello status di rifugiato e il reintegro della protezione umanitaria.
Nell’ora e mezzo di incontro Lamorgese ha auspicato di raggiungere in un tempo ragionevole a un testo condiviso da portare in Consiglio dei ministri. La road map ottimale prevederebbe un via libera già a partire dalla prossima settimana, ma la faccenda è più complicata di così.
Nonostante la soddisfazione a una prima lettura, anche Pd, Iv e Leu hanno chiesto qualche giorno di tempo per vagliare le correzioni e proporre integrazioni o ulteriori modifiche.
Il che renderà necessario un altro vertice, già fissato per la giornata di giovedì, “ma solo un faccia a faccia tra Giuseppe Conte e i capi delegazione potrà sciogliere i nodi e portare a un ok politico”, spiega uno dei partecipanti. Fornaro chiede rapidità nei tempi, e di smontare “l’impianto ideologico e propagandistico voluto dall’ex ministro Salvini”. Un’operazione questa che non può ricevere l’avallo del Movimento 5 stelle, che su quei provvedimenti ha messo faccia e voti.
Un pentastellato che si occupa del dossier spiega che “sarebbe incomprensibile accapigliarsi su quella che non è una priorità adesso, con la situazione che sta vivendo il paese sarebbe da irresponsabili”. Di fatto un invito a rimettere i decreti in un cassetto almeno fino all’autunno.
Proposta irricevibile per i partner di maggioranza. Il Pd guarda a Luigi DI Maio per una mediazione che non porti a uno scontro, dopo le parole del ministro degli Esteri che si è detto consapevole “che questa è una sensibilità del Pd” e “disponibili a trovare un punto di caduta, spiegando di essere “certo che si troverà ”.
Lunedì la prima prova dei fatti.
(da “Huffingtonpost”)
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